Il presidente dell’Aci «La Coppa d’oro è del club di Belluno»

«La manifestazione si farà, organizza Meet comunicazione Il marchio non sarà trasferito a Roma»
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BELLUNO. Fra una settimana esatta scatterà la 70esima Coppa d’oro delle Dolomiti, la manifestazione per auto d’epoca seconda in Italia solo alla Mille Miglia. Ma l’Aci Belluno, che detiene la proprietà del marchio, è ancora senza un rappresentante legale. Dopo le dimissioni di metà consiglio direttivo (Bottacin e Introvigne), a marzo, l’ente è stato commissariato, ma il commissario non è ancora stato nominato. Nulla si sa dei bilanci (2016 e 2017) e il direttivo rimasto in carica dal 2011 al 2015 aveva manifestato tutte le sue preoccupazioni con una conferenza stampa convocata venti giorni fa.


A quei timori risponde il presidente nazionale di Automobil club Italia, Angelo Sticchi Damiani. Che attende la nomina del commissario (spetta al ministero dei Beni e delle attività culturali) e non vede alcun problema in vista per la Coppa d’oro delle Dolomiti: «La manifestazione si farà assolutamente», spiega Sticchi Damiani. «La organizzerà la Meet comunicazione. La società ha un mandato che scade quest’anno e in base al contratto in essere organizzerà la manifestazione».


Per quanto riguarda il commissario, figura necessaria per traghettare l’ente a nuove elezioni, anche Sticchi Damiani è in attesa: «Noi quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, nei tempi corretti. La nomina spetta al ministro Franceschini. Aspettiamo». In realtà un nome era stato messo sul tavolo del ministro, pare sia quello del presidente di un altro Automobil club veneto, ma è stato cassato.


Dunque Aci Belluno attende. Privo di un rappresentante legale. Nulla si sa sulle tempistiche di nomina del commissario, nè sui bilanci: «Francamente non so se siano stati approvati», prosegue Sticchi Damiani. «Ma comunque in Aci Belluno ci sono un direttore e un collegio dei revisori dei conti, la situazione è trasparente. Ci mancherebbe altro».


«Certo, sarebbe stato meglio non ci fossero state le dimissioni di parte del direttivo», continua. «Dimissioni di cui non ho capito bene le motivazioni, visto che grazie alla Coppa d’oro l’Aci Belluno si è salvata. Era messa malissimo e grazie a questo contratto molto importante ha trovato le risorse per mettere a posto il bilancio. Probabilmente ci saranno motivi a me ignoti dietro a queste dimissioni».


Bottacin e Introvigne si sono dimessi a marzo, quando Aci Belluno avrebbe dovuto approvare il bilancio consuntivo del 2016, per mancanza di fiducia nei confronti del presidente, Lucio De Mori. Da allora la situazione si è congelata. E la fase di stallo ha alimentato timori in Bottacin, Daniela Pongiluppi e Giobbe Mastellotto (il direttivo in carica nel 2011-2015, quello che fece il bando per affidare l’organizzazione della Coppa d’oro - vinto da Meet). I tre temono che questa fase sia il preludio a un trasferimento della proprietà del marchio da Aci Belluno a Aci nazionale.


Possibilità che Sticchi Damiani esclude: «Quel marchio è di proprietà di Automobil club Belluno, ente che gode di buona salute in questo momento. Non c’è motivo per vendere un asset importante, che produce benefici per circa 140 mila euro l’anno». Intanto la Coppa d’oro incombe. Il sito non viene aggiornato da aprile e le informazioni latitano.


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