Il presidente mondiale del bob ripropone l’ipotesi Torino
CORTINA
Trema Cortina. Con Milano recapiterà al Cio, l’11 gennaio, il masterplan della candidatura ai Giochi olimpici del 2026. Ma ieri Ivo Ferriani, a capo della Federazione mondiale di bob e skeleton, ha detto che Torino potrebbe ritornare in gioco, perché «nulla è definito». E, guarda caso, se il Piemonte si riaffacciasse, il bob e lo skeleton potrebbe sottrarli proprio alle Tofane.
Da quando il Coni decise il tandem lombardo-veneto, il governatore Luca Zaia ha sempre sostenuto che la partita era chiusa. Allo stesso modo hanno sostenuto gli altri, da Giuseppe Sala ad Attilio Fontana, fino a Giampietro Ghedina. È anche vero, però, che da qui a giugno, quando il Cio deciderà la candidatura, potrebbero maturare delle sorprese. E pure dopo. Alla luce, non è da escluderlo, di un ritorno in campo del Governo per il finanziamento.
Quell’affermazione di Ferriani – «Il futuro oggi non prevede Torino, ma nulla è definito» – non è, insomma, campata in aria. Anche se lo stesso dirigente Cio ha ammesso che da Milano e Cortina per il momento non c’è un’apertura.
«Noi siamo solo impegnati a preparare il decollo della nostra candidatura a giugno», si è limitato a commentare ieri il governatore Luca Zaia.
Nelle dichiarazioni di Ferriani c’è comunque un passaggio che più degli altri fa insospettire Cortina e un appassionato del settore come Luigi Alverà, vicesindaco. Parlando dell’impegno ampezzano per recuperare e rilanciare la pista di bob – circa 35 milioni di euro – Ferriani ha aggiunto che la valutazione dei costi-benefici deve essere fatta «veramente bene» perché la sostenibilità «è durante ma anche dopo» le gare, quando la gestione dovrà essere portata avanti «senza perdite». Forse – ci si chiede a Cortina – Ferriani è convinto che rimettere in funzione il più recente impianto di Cesana costerebbe meno?
Per il sindaco Ghedina e per il suo vice Alverà il bob è irrinunciabile per la “regina delle Dolomiti” che con la ricostruzione della pista “Eugenio Monti” avrebbe modo di ridiventare la capitale europea di questa disciplina.
«La storia del bob dice Cortina», afferma Ghedina. Anche Ferriani, comunque, si dice convinto che la combinata Milano-Cortina è davvero “glamour” e fa capire che è stata impostata bene.
Certo, lui è torinese, ha 58 anni, nel 1988 ha partecipato alle Olimpiadi di Calgary come bobbista e nel 2006 ha gestito bob e slittino nei Giochi di quell’anno. Si capisce, dunque, dove voglia andare a parare. Ma nella sessione Cio di Buenos Aires, all’interno del Comitato internazionale non solo è stato eletto Giovanni Malagò, ma vi ha fatto ingresso anche lui, Ferriani, gran capo della Federbob. Quindi, quando parla quest’uomo non c’è da rimanere indifferenti.
In queste ore l’onorevole Federico D’Incà sta convincendo il suo “capo”, il vicepremier Luigi Di Maio, che le Olimpiadi del 2026, come i Mondiali del 2021, sono due eventi che meritano anche il sostegno nazionale. Ben 300 milioni sono arrivati da Roma per i Campionati del Mondo. I Giochi costerebbero 400 milioni.
Ma i pentastellati sono forti proprio a Torino, non lo sono altrettanto a Venezia e a Milano. Ecco perché a Cortina c’è chi qualche interrogativo se lo pone. —
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