Il prete più giovane accanto a 30 vescovi per Marangoni

A Padova oggi all’ordinazione di don Renato ci sarà anche don Roberto De Nardin, sacerdote da un anno
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BELLUNO. Monsignor Renato Marangoni ha voluto accanto a sé, nella prima concelebrazione che presiederà da vescovo, oggi pomeriggio in cattedrale a Padova, il più giovane prete della diocesi di Belluno-Feltre. È un emozionato don Roberto De Nardin, agordino di La Valle, sacerdote dall'anno scorso, cappellano a Cavarzano. Sarà accanto a Marangoni e ai vescovi concelebranti, Claudio Cipolla, Antonio Mattiazzo, Giuseppe Andrich e al patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.

Sarà quest'ultimo, fra l'altro, a consegnare a Marangoni il pastorale, che simboleggia il “comando”, in questo caso l'umile servizio alla Chiesa e, specificatamente, a quella delle Dolomiti. «La presenza del più giovane prete del Bellunese e del Feltrino testimonia - spiega don Francesco Santomaso, già vicario episcopale per la pastorale e tra i coordinatori delle celebrazioni per l'ordinazione e l'ingresso di Marangoni in diocesi - l'impegno che don Renato intende concretizzare affinchè i giovani riscoprino la vocazione al sacerdozio».

I preti in diocesi sono 170, alcuni molto anziani ed ammalati; 40 di loro saranno oggi in cattedrale a Padova, a fare da corona a monsignor Marangoni, insieme a 25 vescovi, quasi un record per una cerimonia di ordinazione, provenienti da ogni parte del Triveneto. Mancherà solo il neo arcivescovo di Trento, monsignor Tisi, che invece sarà il 24 aprile all'ingresso di Marangoni a Belluno.

E a proposito dell'arrivo del nuovo pastore, ecco altre ed importanti novità. Il 24 il vescovo non farà riti particolari di ingresso, peraltro a Belluno e a Feltre lui c'è già stato. Nessun ricevimento sul confine della diocesi, nessun corteo fino in cattedrale.

La mattina del 24, se non addirittura il giorno precedente, monsignor Marangoni salirà a Belluno in incognito, acquartierandosi in seminario in attesa di sistemazione degli alloggi in vescovado per lui stesso e una eventuale comunità di altri prete. Le camere disponibili, oltre alla sua residenza, sono almeno mezza dozzina, una delle quali riservata anche al patriarca o ad altri vescovi, quando arrivano in visita. La mattina del 24 Marangoni incontrerà i sindaci e le altre autorità al Giovanni XXIII per lo scambio di saluti. Già oggi, peraltro, i sindaci di Belluno e Feltre, Massaro e Perenzin, avranno modo di anticipargli il benvenuto e di rappresentargli la situazione del bellunese, seppur in modo sintetico.

Ritornando al 24, Marangoni, dopo il primo incontro pubblico, si recherà a piedi in seminario, attraversando piazza Martiri, e insieme ai preti e a monsignor Andrich consumerà il primo pranzo. Nel pomeriggio, alle 16, la solenne concelebrazione d'ingresso. «Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare don Renato nella preparazione del convegno ecclesiale di Aquileia - testimonia don Santomaso -. È un prete che sa ascoltare, dialogare, decidere insieme. Ha dimostrato, in questi anni, di avere le idee molto chiare ai fini del servizio pastorale. Si è dedicato soprattutto e ai giovani. Non guasta che sia un gran camminatore e che conosca puntualmente le nostre montagne, come dimostra la foto del manifesto di benvenuto, che lo ritrae sul Boite».

I 200 bellunesi che saranno oggi a Padova arriveranno verso le 15.15, troveranno sistemazione in una parte del duomo a loro riservata. Il rito inizierà alle 16, è prevedibile che si concluda poco prima delle 18. Monsignor Marangoni prenderà la parola a conclusione della concelebrazione, quando rivolgerà il suo primo saluto alla nuova comunità. Presenti in duomo anche numerosi compaesani di Crespano del Grappa. «Il monte Grappa è entrato nel mio dna, anche perché è una montagna attraversata da vari confini. Confini che non separano ma uniscono».

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