Il prete: «Si fingeva malata, mi ha spillato tutti i risparmi»

CENCENIGHE. Per spennare il prete s’inventa due fantomatiche suore. Ma le sorelle padovane Maria e Celestina non esistono e non potevano garantire niente. Spacciandosi per una certa Debora Decima, Tecla De Pellegrin è accusata di aver truffato il parroco di Cencenighe, don Giuseppe Bortolas, per quasi 100 mila euro: i risparmi di una vita dei genitori e quelli personali dati in prestito e mai più rivisti. Nell’udienza in tribunale sono usciti a sproposito anche i nomi dei giudici bellunesi Umberto Giacomelli e Marcello Coppari: il primo avrebbe dovuto decidere sulla causa di separazione della donna e il secondo garantire sulla sua possibilità di restituire quei soldi. Ma entrambi non c’entrano, per non parlare del prefetto.
La deposizione di don Bortolas è stata, a tratti, disarmante. La donna aveva bussato alla porta della canonica «chiedendomi un prestito di 350 euro, poi di altri 200, con i quali avrebbe pagato la fornitura di gasolio. Ma le richieste di denaro sono continuate, perché diceva di essere malata terminale di tumore e l’azienda aveva deciso di licenziarla, visto che le rimanevano tre mesi di vita. Era smunta e una volta si è presentata con delle macchie di sangue sulla camicetta, come per simulare una trasfusione di sangue. Segnavo tutto, ma alla fine mi sono ritrovato senza un soldo».
Soldi in contanti oppure assegni in bianco. Addirittura «per pagare un giudice, affinché velocizzasse la pratica del divorzio. Le ho creduto e glieli ho dati». Qualche dubbio dev’essergli venuto dopo un incontro con il vicario generale della diocesi, don Luigi Del Favero, se è vero che c’è stato anche un colloquio con l’avvocato Bressan, dal quale il sacerdote ha ricevuto un sms con l’avvertimento «truffa». Per aggiungere un altro elemento, la restituzione del denaro avrebbe dovuto avvenire per mezzo di una banca privata e tramite l’altro legale del Foro bellunese, Cason, ma di questo nessuno sapeva niente.
Il conto corrente si è svuotato e non è rimasto che andare dai carabinieri a presentare una querela. Per incastrare la donna è stata architettata una trappola, subito dopo la sua ultima richiesta di 500 euro. Le banconote sono state segnate, prima di essere date nel piazzale della stazione di Bribano e questo ha permesso ai militari di smascherare il raggiro da oltre 98 mila euro. Ieri don Bortolas ha riconosciuto l’imputata in aula da una serie di foto che gli sono state sottoposte.
De Pellegrin è difesa da Giorgio Gasperin, che ha anticipato un’eccezione sull’utilizzabilità della deposizione di Bressan, che a suo modo di vedere ha svolto delle indagini difensive. Bortolas si è costituito parte civile per il risarcimento danni con Zaglio, che ha chiesto e ottenuto dal giudice Cittolin si poter sentire il vicario Del Favero. Rinvio al 29 maggio per questa audizione e anche per la discussione finale, nella quale Gasperin tornerà all’attacco sul collega Bressan.
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