Il primario Di Loreto rimane in servizio
BELLUNO. Il primario del reparto di nefrologia dell’ospedale “San Martino” di Belluno, Pierluigi Di Loreto, 53 anni, pescarese, rimane in servizio. Il giudice delle indagini preliminari Giorgio Cozzarini ha sciolto la riserva ed ha respinto la richiesta di sospensione dall’incarico, proposta, tre settimane fa, dalla procura di Belluno.
Di Loreto è finito sotto inchiesta per i cattivi rapporti con una collega di reparto. Top secret i reati contestati, anche se, secondo indiscrezioni, le accuse dovrebbero essere stalking e mobbing. L’inchiesta su Di Loreto è stata avviata alcuni mesi fa e sono già stati sentiti a verbale infermieri e medici del reparto diretto dal primario indagato. Una tappa importante dell’inchiesta è stato l’interrogatorio al quale il professionista del “San Martino” s’è sottoposto il 13 marzo scorso, davanti al gip Cozzarini, dopo che la procura aveva chiesto la sua sospensione dal servizio. Per un’ora abbondante, quel giorno, Di Loreto rispose alle domande del giudice ed al termine dell’interrogatorio uno dei suoi due legali si limitò a dire che il dottore aveva risposto a tutte le domande del gip “in modo esauriente, chiarendo la sua posizione”. Il gip, al termine dell’interrogatorio, s’era riservato la decisione. Proprio nella giornata di ieri ha sciolto la riserva ed ha respinto la richiesta della procura di sospendere dal servizio il primario. L’inchiesta, però, prosegue. Al professionista del "San Martino" si contesta un reato singolare. In questo caso non c'entrano responsabilità mediche, tangenti o uso indebito della strumentazione degli ambulatori pubblici, come è accaduto per altri primari. C'entrano, invece, i cattivi rapporti di lavoro con una collega, scanditi, pare, a colpi di provvedimenti disciplinari, ritenuti eccessivi dalla procura.
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