«Il primario mi provocava ansia e incubi»

Entra nel vivo con la deposizione della vittima il processo per stalking e violenza privata in ospedale
Di Gigi Sosso

BELLUNO. Stalking e violenza privata in corsia. Che provocavano stati di ansia, insonnia e incubi. Nove querele in tutto e due procedimenti nei confronti del primario di Nefrologia, Pierluigi Di Loreto che sono stati riuniti in quello, che proprio in questoi giorni sta entrando nella fase più importante. È stata sentita per più di tre ore la parte offesa, la dottoressa M.C.T, colei che ha portato in tribunale il suo superiore, nel reparto che si occupa di malattie delle reni. Di fronte all’accusa formulata dalla procura della Repubblica di «condotte reiterate di molestie e minacce consistite in atti discriminatori svalutanti e lesivi della professionalità», la donna ha confermato, tra le altre cose, che andava al lavoro, all’ospedale San Martino con un senso di ansia profonda. Non si sentiva a proprio agio, insomma ed era soltanto l’inizio della giornata.

Quando invece era a casa, soffriva d’insonnia e nel momento in cui riusciva a dormire soffriva di incubi. Il 56enne primario Di Loreto le faceva trascrivere su un supporto informatico delle cartelle cliniche particolarmente pesanti, solo per fare in modo che fosse lontana dai pazienti; ha provveduto a cinque contestazioni disciplinari nel giro di un mese, nel periodo tra il febbraio e il marzo di due anni fa, rivelatesi infondate, se non addirittura strumentali e la screditava di fronte ai degenti e agli altri colleghi. Quanto all’episodio di violenza privata, è relativo all’aprile 2013: il primario avrebbe trattenuto la dottoressa all’interno di una stanza, impedendole di andarsene, alla fine di una discussione più accesa di tante altre. In seguito, la donna è stata spostata in un altro reparto dell’ospedale di viale Europa e ha presentato una causa civile per mobbing nei confronti dell’Usl 1 per inadempimento contrattuale, cioè per non essersi sentita tutelata, di fronte a un atteggiamento irrispettoso da parte del primario.

Mercoledì prossimo saranno chiamati gli altri testimoni del pubblico ministero Roberta Gallego; poi il 25 febbraio sarà la volta dei testimoni della parte civile (rappresentata dall’avvocato bellunese Giorgio Morales) e dovrebbe restare il tempo sufficiente, per cominciare l’esame dell’imputato, che eventualmente potrà terminare nell’udienza prevista per l’11 marzo, quando sarà la difesa (con l’avvocato Gianni Morrone) a portare in aula i suoi testimoni e a cercare, grazie alle loro deposizioni, di smontare la tesi dell’accusa. A quel punto, sarà dichiarato chiuso il dibattimento e si potrà passare alla discussione finale, con le richieste dell’accusa, l’arringa della difesa e l’emissione della sentenza di primo grado.

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