«Il progetto non è cambiato via i tralicci dalle nostre case»

BELLUNO. «Non è cambiato nulla: bisogna togliere i tralicci dalle nostre case». I comitati civici della Valbelluna non si sentono per nulla rassicurati dalla decisione di Terna di realizzare l’interco...

BELLUNO. «Non è cambiato nulla: bisogna togliere i tralicci dalle nostre case». I comitati civici della Valbelluna non si sentono per nulla rassicurati dalla decisione di Terna di realizzare l’interconnessione a 380 kV lungo il Brennero e non più in Veneto. «Quasi dieci anni di concertazione, in cui Terna ha detto di tutto e il contrario di tutto, decine di comunicati stampa studiati dai migliori professionisti della comunicazione, centinaia di incontri e sopralluoghi. Ma in sostanza cosa è cambiato? Nulla», scrivono in una nota. Ai cittadini non importa che nel piano di sviluppo del 2018 sia stato eliminato ogni riferimento al 380 per il progetto Media Valle del Piave: il piano «è solo un pezzo di carta che si può cambiare come e quando si vuole. Ma i tralicci, i cavi, le stazioni di trasformazione, sono sempre le stesse del 2009, anzi se ne sono aggiunte (vedi la stazione ad Auronzo nel progetto di riassetto rete alto Bellunese)».

«Non hanno cambiato di un solo centimetro il progetto definito dal ministero dei Beni e attività culturali e turismo INACCETTABILE (maiuscolo nel testo, ndr). Progetto che, va ricordato, era stato bocciato dal consiglio comunale di Belluno». Lo ha autorizzato il ministero dell’Ambiente, poi (visti i due pareri discordanti) è intervenuta con provvedimento finale la Presidenza del Consiglio dei ministri, «con una delibera che lascia esterrefatti. Ma per fortuna i governi cambiano, invece i tralicci rimangono. Gli ultimi sono qui da più di sessant’anni. Era difficile seguire il corridoio dell’autostrada A27 invece di distruggere la Valbelluna? Era impossibile interrare con la tecnica dello spingi tubo sul fiume Piave? Invece che incaponirsi con pareri Enac e perdita di anni per realizzare un’opera necessaria per il territorio? Chi lo sa cosa ne pensano gli azionisti di tutto questo tempo perso?».

«Evidentemente la commissione Via nazionale non potrebbe mai accettare un progetto che sfrutti l’autostrada, come del resto si è scelto di fare in Piemonte, o la ferrovia, come si pensa di fare per l’interconnessione Italia-Austria via Brennero. È più logico lasciare tutto lungo zone urbanizzate, facendo litigare fra di loro le popolazioni locali», concludono i comitati. Che ironizzano: «E adesso manco il 380 kV ci vogliono più dare: siamo sempre i soliti bellunesi sfortunati».

Quindi la chiusa: «Non è con il cancellare pianificazioni future, con rassicurazioni verbali o sbandierati proclami che si risolvono i problemi: bisogna togliere i tralicci dalle nostre scuole, dai nostri asili, dalle nostre case e dalle nostre montagne e colline, e di tutto questo nel progetto Media Valle del Piave non si vede nulla. Noi», concludono i comitati, «non ci facciamo prendere in giro e andiamo avanti con i ricorsi a 132, 220 e 360 gradi».



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