Il progetto “Reti di famiglie” continuerà fino al giugno 2018
Limana. Dall’Usl 1 Dolomiti è arrivata la conferma di un nuovo finanziamento di quattromila euro L’assessore Fontana: «Coinvolti 7-8 nuclei del nostro territorio. Vogliamo diventi un’esperienza fissa»
LIMANA. Il progetto “Reti di famiglie” continuerà fino a giugno 2018. L’iniziativa era stata avviata a Limana nel mese di marzo di quest’anno. Una progettualità presentata dal Comune e da Limana Servizi e finanziata dalla Regione Veneto. L’obiettivo è ripartire dalla comunità locale per individuare alcune famiglie, luogo di affetto, relazioni, crescita e integrazione, che abbiano la capacità di mettere a disposizione la loro energia a favore di quei nuclei familiari che si trovino in una situazione di particolare difficoltà.
E nelle scorse settimane per “Reti di famiglie” è arrivata la conferma, con una nota dell’Usl 1 Dolomiti, di un nuovo finanziamento (4 mila euro), che permetterà di far continuare il progetto sino a tutta la prima metà del prossimo anno. L’attuazione è affidata alla Limana Servizi Srl per quanto riguarda le due figure professionali incaricate già nella fase di sperimentazione, ossia la psicologa e la laureata in scienze della comunicazione. A queste ultime si affiancherà l’assistente sociale del Comune. Professioniste che, in tutti questi mesi, sono uscite dal proprio ufficio per approfondire la conoscenza diretta della comunità, partecipando anche a incontri e riunioni. «La prima fase del progetto ha dimostrato che stiamo andando nella direzione giusta», commenta Edi Fontana, vice sindaco e assessore alle politiche sociali. «Si è formata una rete composta da 7-8 famiglie, che si sono messe a disposizione di altri nuclei in difficoltà per offrire un supporto, anche nelle piccole incombenze quotidiane, come accompagnare o andare a prendere i figli a scuola. Il nuovo finanziamento ci ha quindi permesso di cogliere la palla al balzo per proseguire con un’iniziativa che riteniamo molto valida».
«A livello provinciale esiste già il progetto “Famiglie in rete”, per il quale negli anni scorsi la Regione ha attribuito all’Usl risorse ripartite tra i Comuni partecipanti (insieme a Limana, ci sono il capoluogo, Ponte nelle Alpi e Longarone, ndr)», ricorda Fontana. «A Limana, inoltre, c’è già a livello informale una rete, ma il nostro obiettivo è stato quello di renderla ufficiale, coinvolgendo esperti e procedendo autonomamente con proprio personale, così come concordato nei tavoli tecnici con Usl e Comuni coinvolti».
L’intenzione di amministrazione e Limana Servizi è che il progetto possa continuare anche oltre giugno 2018. «Al di là del finanziamento, il nostro obiettivo è che la rete si mantenga», continua Fontana. «Per questo stiamo pensando a delle azioni concrete, anche di sensibilizzazione. E non è escluso che nella rete possano essere coinvolti medici di base, associazioni e mondo della scuola». «Spesso c’è pudore da parte delle famiglie a rendere note le situazioni di difficoltà che vivono e a volte i servizi sociali ne vengono a conoscenza solo in fase acuta», conclude il vice sindaco. «“Reti di famiglie” funge da prevenzione, evitando che determinate problematiche possano diventare veri e propri casi sociali».
Martina Reolon
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