Il progetto: «Un carosello sciistico in Marmolada»
ROCCA PIETORE. Il carosello della Marmolada. Ma senza abusare del ghiacciaio. E i confini si possono fissare una volta che ci si è messi tutti d’accordo su un possibile piano di sviluppo di questa montagna.
«Sediamoci intorno ad un tavolo e discutiamone», è l’invito del sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, “processato” dagli ambientalisti per le sue intenzioni di portare nuovi impianti in quota e, conseguentemente, di sostenere la battaglia («non è una guerra») col Veneto per il confine tra le province di Trento e Bolzano.
Il “giro” della Marmolada. Parmesani ritiene che dopo l’accordo Dellai-Galan del 2002 la “regina delle Dolomiti” non sia stata valorizzata come meritava. «È mai possibile, ad esempio, che la funivia apra solo il 7 dicembre, mentre buona parte degli impianti sono già aperti?». Dunque? Bisogna riprogrammare l’offerta. «Il giro della Mamolada, in parte già attrezzato, in parte no, dovrebbe partire, in senso orario, da Arabba, collegata al Sellaronda, salire al Padon, scendere a Malga Ciapela, salire a Punta Serauta e Punta Rocca (raggiungibili in funivia), scendere sopra Pian dei Fiaconi e da qui al Fedaia, per poi salire a Porta Vescovo (o verso il Padon) e fiondarsi di nuovo verso Arabba, da dove riprendere il Sella Ronda».
Anche un tunnel. Il sindaco non ha escluso, nel passato, un tunnel tra passo Fedaia ed il Pordoi, anziché realizzare un collegamento funiviario tra lo stesso passo e Porta Vescovo. Siamo sempre in provincia di Trento. Ed il Pup, il Piano urbanistico provinciale per la zona prevede “solo” (si fa per dire) il collegamento tra Fedaia e Pian dei Fiaconi e da qui fino al Sass Bianchet.
«Già che ci siamo, potremmo salire a Punta Rocca», propone Parmesani.
Servirebbe un investimento di circa 60 milioni, compresa la messa in sicurezza del Passo Fedaia, con la costruzione dei paravalanghe (una spesa, questa, che potrebbe oscillare, in base al progetto, fra i 3 ed i 13 milioni). «Recuperare il denaro non è un problema - secondo il sindaco di Canazei - lo è la coltivazione dei piccoli e grandi orticelli, a cui gli interessati non vogliono rinunciare».
Parmesani non vuole polemizzare, ma lascia intendere di riferirsi a Mario Vascellari, intento a proteggere il futuro della sua funivia, e a Gigi Casanova, o meglio agli ambientalisti che rappresenta. Ambientalisti - da Mountain Wilderness al Cipra - che non vogliono nuovi impianti in quota.
Permettono soltanto il collegamento tra Sass dei Mus e Punta Serauta, per il quale ci sono già 3 milioni di finanziamento (Regione ed Ue), ma che Vascellari rischia di perdere perché dall’alta Val di Fassa non arriva l’autorizzazione ai lavori per quanto riguarda il territorio di riferimento.
I no di Canazei. Per il sindaco Parmesani non ha senso riaprire l’impianto di Sass dei Mus in un’ottica di sviluppo complessivo dello sci sulla Marmolada. Il sindaco, infatti, ritiene «facilmente realizzabile» un collegamento leggero, funiviario, tra il passo Fedaia, Pian dei Fiacconi, Punta Rocca. Con un pilone da 65 metri in mezzo al ghiaccio? «Non ci si spaventi, l’infrastrutturazione sarebbe quanto di più leggera e compatibile si possa immaginare».
Ma, appunto, gli ambientalisti non lo vogliono. Ed anzi sostengono, con Luigi Casanova, che se così accadesse l’Unesco toglierebbe la protezione.
La guerra del confine. Lo confessa anche Parmesani: per arrivare a Punta Rocca, Canazei e la Provincia di Trento hanno bisogno di un po’ di ghiacciaio. E di qui, appunto, la guerra dei confini, col tavolo della trattativa a Venezia che venerdì mattina è saltato. «Noi trentini non pretendiamo nulla di più di quanto previsto dalle planimetrie sulle quali si è basato l’accordo Galan-Dellai, nel 2002. E quindi un arretramento, fra i 30 e gli 80 metri della linea del confine sulla cresta, tra Punta Serauta e Punta Rocca». Il Veneto, però, non vuol cedere.
«E Venezia fa bene», interviene Casanova. Non cede perché Vascellari teme oggettivamente la concorrenza della nuova funivia. E, in ogni caso, pretende che Canazei gli dia il via libera per il Sass dei Mus. Gli ambientalisti sono d’accordo con lui perché rifiutano ogni ipotesi di “artificializzazione” del ghiacciaio, il meno piccolo rimasto sulle Dolomiti.
Opposizione radicale. «Sarà radicale la nostra opposizione - ribadisce Casanova - a qualsiasi ulteriore impianto sulla Marmolada». Sass dei Mus va recuperato, perché abbandonare un mozzicone sul ghiacciaio sarebbe una bestemmia. Ma Vascellari, riattivando questa seggiovia, toglierebbe di mezzo quanto resta di un altro vecchio impianto. «Canazei deve convincersi - insiste Casanova - che l’ulteriore valorizzazione della Marmolada passa per la riscoperta delle sue potenzialità storiche e scientifiche, oltre che naturalistiche».
«Mettiamoci a tavolino». «Non ho mai avuto il piacere di confrontarmi con Casanova, neppure di conoscerlo», puntualizza il sindaco Parmesani. «Mi piacerebbe farlo. Gli spiegherei che il carosello della Marmolada non risulterebbe per nulla impattante. Tutti impianti molto leggeri. E destinati ad un turismo di qualità, naturalistico e culturale, per una parte anche sportivo, naturalmente. La Marmolada, in questo modo, potrebbe diventare accessibile per buona parte dell’anno. Sono sempre più numerosi i turisti stranieri che, anche grazie all’Unesco, vorrebbero visitarla».
Dunque? Dunque, per Parmesani, Trento e Belluno, magari anche Venezia, potrebbero avviare un tavolo a cui invitare tutti gli amministratori, gli operatori, i possibili investitori, in prima istanza Vascellari, e pure gli ambientalisti. Altrimenti? «Difficilmente si troverà l’accordo sui confini».
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