Il prolungamento dell’A27 va in Europa

Remo Sernagiotto riapre la porta al progetto: «Farebbe crescere il territorio, garantendo ogni anno risorse notevoli»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Un progetto di paesaggio. Un'infrastruttura sviluppata per la maggior parte in galleria per non interferire con le montagne più belle del mondo. Si chiama “Autostrada delle Dolomiti”, si legge prolungamento dell'A27, fino al confine con l'Austria e oltre. Fino a Monaco, per collegare il porto di Venezia alla Baviera. Ma anche per dare al Bellunese quel collegamento transfrontaliero che gli manca e che, dicono i promotori, garantirebbe sviluppo del territorio e risorse per realizzare una vera autonomia.

Stavolta il progetto è arrivato in Europa, grazie all'onorevole Remo Sernagiotto (gruppo Conservatori e Riformisti) che ha presentato alcuni emendamenti alla relazione sulla strategia dell'Unione Europea per la regione alpina (Eusalp), il cui relatore è Mercedes Bresso. Questi emendamenti aprono la strada al prolungamento dell'A27.

Sernagiotto è relatore ombra del gruppo dei Conservatori e Riformisti e ieri è venuto a spiegare in città come si sta muovendo a livello europeo. «Questa infrastruttura creerebbe un collegamento fra il Veneto e l'Austria, facendo crescere il territorio», ha spiegato. «Il distretto di Lienz è fra i più poveri d'Europa insieme al Bellunese e un corridoio stradale strategico migliorerebbe questa situazione».

Si tratterebbe di un corridoio tecnologico, che ospiterebbe anche linee elettriche, della telefonia, della banda larga, conduttore del gas, tubi degli acquedotti. E che genererebbe, per il Bellunese risorse importanti: Trento e Bolzano incassano ogni anno dai pedaggi del Brennero 340 milioni di euro. Questa, per il Bellunese, sarebbe la vera autonomia».

A dare qualche numero su cosa porterebbe l'infrastruttura alla provincia è stato Giovanni Campeol, il tecnico nominato dalla Regione all'interno di Eusalp per trattare il tema della mobilità. «È stato fatto uno studio che, con stime al ribasso, dice che nel Bellunese potrebbero entrare via autostrada dai 10,8 ai 12,7 milioni di persone. Calcolando un pedaggio di 18 euro (al ribasso anche questo) significa che nel Bellunese potrebbero ricadere fra i 360 e i 420 milioni di euro all'anno». Soldi che rimarrebbero in provincia, perché, ha spiegato Sernagiotto, si potrebbe creare una società con soci i Comuni che gestirebbero l'infrastruttura. «Come la Cav per il passante di Mestre».

«Per una vera autonomia del Bellunese servono le risorse», ha aggiunto Gianni Pastella, presidente dell’associazione Vivaio Dolomiti. Realtà che crede nel prolungamento dell’autostrada in quanto «occasione per lo sviluppo del nostro territorio», ha aggiunto. «La più grossa fonte di risorse per Trento e Bolzano è l’autostrada del Brennero. Se vogliamo contrastare lo spopolamento della nostra montagna bisogna creare le condizioni affinché i giovani restino qui».

E i soldi per realizzare la Venezia-Monaco? «Ci sono», assicura Sernagiotto. «Nel Fondo Yunker ci sono 320 miliardi di euro, per i corridoi infrastrutturali in Europa ce ne sono 500. Basta andarli a prendere».

L'europarlamentare ha tracciato anche i tempi per la programmazione del progetto: il 24 maggio e il 7 giugno ci saranno i primi due incontri tra i relatori ombra, il 15-16 giugno ci sarà la votazione in commissione.

L'obiettivo è arrivare al voto in Parlamento europeo a settembre. «Nessuno dica che non era informato, perché abbiamo fatto questa presentazione a Belluno appositamente», ha aggiunto Sernagiotto. «Avevamo invitato tutti i sindaci della provincia, non ne è venuto nessuno».

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