Il provveditore di Belluno: “C’è bisogno di tornare alla normalità. Rapporti e relazioni sono l’anima della scuola”
Il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale assicura: “Copriremo le cattedre vuote e troveremo i Dsga mancanti”
BELLUNO. La scuola riparte. Con meno restrizioni, per un anno che vuole essere di ritrovata normalità dopo i due anni e mezzo di pandemia, ma tenendo sempre alta l’attenzione come da indicazioni ministeriali. «La novità è la normalità», premette il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Massimiliano Salvador. «Ripartiamo in presenza, senza particolari restrizioni. Ci auguriamo che la situazioni non peggiori nel corso dell’anno».
C’era bisogno di un po’ di normalità.
«La scuola è fatta di relazioni, di vicinanza e rapporti. Sì, c’è bisogno di ripartire in modo normale dopo due anni e mezzo di pandemia. Le relazioni costituiscono la parte fondante dell’attività educativa. L’auspicio è che si riparta e si rimanga nella normalità, ma teniamo sempre alta la guardia».
Com’è la situazione del personale? Sono numerose le cattedre da coprire.
«È normale anche quello, accade ogni anno (sorride, ndr ). Tutte le scuole sono coperte a livello di dirigenti, anche se non tutti sono titolari. Ci sono state nuove nomine e con le reggenze abbiamo tutti i plessi coperti».
E a livello di insegnanti?
«Anche questa è normalità. I posti saranno assegnati nelle prossime settimane, attingendo alle graduatorie provinciali o di istituto. Sappiamo che non partiamo con tutti gli insegnanti al loro posto, ci sarà un periodo di assestamento come accade ogni anno».
Quest’anno abbiamo visto anche scelte di vita importanti, con dirigenti che hanno lasciato la pianura per venire ad occuparsi di scuole di montagna. Penso al nuovo preside di Cortina.
«È vero, sono storie positive, queste, per il nostro territorio».
Significa anche che le scuole bellunesi sono di qualità, se una persona decide di cambiare vita e trasferirsi a vivere in montagna, no?
«Certo, e significa anche che il nostro territorio è attrattivo, accogliente».
Quest’estate le scuole sono state ricoperte di contributi: alcuni richiesti, altri arrivati a pioggia, per innovare la didattica e realizzare progetti. È una svolta per la scuola?
«Siamo sicuri che questi fondi saranno usati nella maniera migliore, per innovare la didattica, rendere le scuole sempre più moderne, digitali, a misura di studente. Certo, gli investimenti comporteranno anche un notevole impegno da parte delle scuole, per tutta la burocrazia necessaria, ma sono certo che le risorse saranno usate e bene».
C’è qualche criticità particolare alla sua attenzione in questo momento?
«Direi la questione dei direttori generali amministrativi. Ne manca una decina, sono figure fondamentali nella gestione amministrativa di una scuola. Molti dirigenti scolatici sono riusciti a risolvere “in casa” il problema, ma in questo momento bisogna trovare ancora dieci Dsga. L’anno scorso siamo arrivati a coprire tutti i posti in ottobre, quest’anno speriamo di farcela entro la fine di settembre».
Altri problemi?
«Dobbiamo attenzionare la qualità dell’aria indoor, come da Dpcm di luglio. Ci sono linee guida precise da rispettare. In base alle indicazioni fornite dai monitoraggi, potrebbe essere necessario pensare ad installare dispositivi mobili, oppure a interventi strutturali che coinvolgeranno gli enti proprietari delle scuole».
E poi c’è il problema dei costi dell’energia.
«La crisi energetica è una priorità, per tutti noi cittadini e per il mondo della scuola. In alcune province si sta ragionando di attivare la settimana corta per evitare di scaldare e illuminare le scuole anche il sabato. Ma queste decisioni vanno prese dalle scuole perché rientrano nelle scelte organizzative dei dirigenti».
Un suo personale augurio agli studenti e agli insegnanti delle scuole bellunesi?
«Di riprendere con fiducia e slancio. E che la fiducia ci accompagni per tutto l’anno. Ripartiamo liberi, un valore aggiunto di cui ci eravamo dimenticati negli ultimi due anni e mezzo».
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