Il pulmino per disabili non arriva
MEL. Privati, commercianti e titolari di azienda aderiscono, con donazioni che vanno dai 500 ai 2 mila euro, all’iniziativa per un pulmino di trasporto disabili (patrocinata dai Comuni di Mel e Trichiana), ma del furgone attrezzato non c’è traccia. Da ormai tre anni, a dire il vero. Cosa stia accadendo davvero nessuno lo sa. Ipotesi tante e dubbi ancora di più.
Un caso nelle ultime ore riportato a galla dal malumore di chi, quel progetto di solidarietà, lo aveva sostenuto di tasca propria.
«Nel 2010», esordisce il primo cittadino di Mel, Stefano Cesa, «una cooperativa di Treviso, che si occupa anche di raccolta pubblicitaria, era venuta a proporci il progetto: una raccolta fondi, privati, per acquistare un pulmino per disabili. Un Fiat Doblò, circa 30 mila euro di valore. Il Comune di Mel, con quello di Trichiana, ha aderito al progetto ed entrambi abbiamo concesso il patrocinio».
Da quel momento rappresentanti della cooperativa hanno pattugliato le attività commerciali e industriali dei Mel e Trichiana, raccogliendo diverse migliaia di euro. «Non avevamo accettato senza informarci», precisa Cesa, «la stessa cooperativa aveva già avviato e portato a termine operazioni analoghe in altri Comuni della provincia. Ma dopo qualche mese sono arrivati i primi intoppi, rinvii, telefoni muti. Fino a quest’estate quando, dopo due diffide inviate alla società dai Comuni, la coop ci ha chiesto verbalmente una proroga fino a fine novembre. Noi abbiamo chiesto una richiesta scritta, che però non è mai arrivata. Prima di parlare e di fare altre ipotesi aspetterei ancora qualche giorno, ma sicuramente siamo al fianco di chi ha aderito all’iniziativa e pronti a passare alle azioni legali».
Sulla stessa frequenza il sindaco di Trichiana, Giorgio Cavallet: «Avevamo aderito volentieri, una bella iniziativa per la comunità. In questi giorni molte persone sono venute a lamentarsi, giustamente, con il sottoscritto, visto che questi soggetti chiedevano per conto del Comune. Al momento posso solo invitare chi ha versato una quota a informare il Comune che, tuttavia, è pronto ad avviare azioni legali se la questione non si dovesse risolvere felicemente e in tempi brevi». (ma.ce.)
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