Il quartiere si ribella: «Quella strada spacca in due Mier»

Coro di no al collegamento tra Agordina e viale Europa. «Danni ambientali e agricoli. E a cosa servono nuove ville?»

BELLUNO. C'è un misto di delusione e rabbia a Mier. I residenti nella frazione hanno saputo dal Corriere delle Alpi che il Comune è ancora a caccia di risorse per costruire il primo tratto della nuova strada di collegamento fra il Cucciolo e viale Europa.

Palazzo Rosso sta dialogando con la proprietà dell'area ex Icb, che ha a disposizione circa 70 mila metri cubi da edificare. Dove? Ancora non è stato indicato. L'intenzione del Comune sarebbe quella di farli atterrare nello spazio in cui in tempo si trovava la Sanremo, trasformandone una parte in residenziale.

La proprietà potrebbe costruire case, invece che volumi produttivi o direzionali (uffici). A quel punto, però, il Comune potrebbe chiedere un'opera di compensazione: risorse per costruire il primo tratto della futura bretella tra l'Agordina e la statale 50.

Ma a Mier non ci stanno. «Quel progetto è tutto sbagliato», spiega Lorenzo Battistel, referente del comitato. Negli ultimi due giorni il suo telefono è stato bollente: non appena la notizia è uscita sulla stampa, la gente si è mobilitata. «Sono tutti molto delusi», prosegue. «Il sindaco aveva detto che avrebbe fatto un incontro pubblico, invece non ha fatto niente e per di più se n'è uscito con questa storia del privato che costruirebbe un pezzo di strada. Forse non ha capito che qui sono tutti contrari a come è stata progettata quella strada».

I motivi: «Quel tipo di progetto spacca in due il quartiere, rovina intere zone verdi, la strada passerebbe in mezzo alla carpenada, il viale di carpini, oggi divelti, che va dalla villa omonima alla zona a sud dei parcheggi della Feinar. Inoltre questo progetto danneggia tre grandi aree agricole: una a nord della Feinar e due a nord di viale Europa. Sarebbero tagliate in due e dunque non verrebbero più sfruttate».

Il comitato contesta anche la trasformazione (possibile) di una parte di cubatura in volumi residenziali: «Servirà un cambio del piano regolatore, giusto? E come mai lì è possibile, ma se un privato chiede di fare una cosa qualsiasi gli viene sempre risposto di no? Almeno si trovi un equilibrio. E poi, che senso ha costruire una strada simile con una zona residenziale attaccata? Ma che programmazione è? Forse qualcuno dovrebbe spiegare alla proprietà che intende costruire villette, che Belluno da anni non ha aumenti demografici. Abbiamo decine di case sfitte in tutta la città e ne vogliamo costruire ancora?».

Anche perché non si riesce a capire, continua Battistel, di che strada si parli: «Il sindaco ha affermato che non sarà progettata per il transito dei camion, ma allora dovrà essere larga cinque metri e non nove, con marciapiedi e pista ciclabile. E poi il suo assessore ha detto che i camion passeranno». Il comitato ha due richieste per il sindaco: la prima è che venga a incontrare i cittadini, per parlare di questo progetto «come aveva promesso».

La seconda è che si trovi un modo alternativo per costruire la circonvallazione di Belluno: «È necessaria una strada che dalla rotatoria del Bel Sit si diriga verso nord ma senza entrare nei quartieri», conclude Battistel.

«Da quella rotatoria si può passare tra Sois e Antole e si sbucherebbe sul rettilineo dei Casoni, andando a intercettare il traffico che scende dall'Agordina ancora prima rispetto al Cucciolo».

Una soluzione che appare costosa, «ma quando si vuole i soldi per le opere si trovano. Questa circonvallazione serve a tanti Comuni, a Belluno, Sedico, Agordo, Ponte nelle Alpi. Si mettano insieme, anche con la Provincia, vadano in Regione a chiedere fondi con un progetto fatto bene e condiviso dalla popolazione. Solo così nascerebbe la vera circonvallazione di Belluno. E che non raccontino che ci sono le torbiere, perché quando si vuole si costruisce anche sopra le paludi».

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