Il questore sui furti: «Servono sistemi di difesa»
BELLUNO. Belluno non è più l’isola felice di qualche anno fa. I tempi sono cambiati, anche ai piedi delle Dolomiti. Non si può più lasciare una finestra aperta, la notte, nemmeno se si è in casa. E bisogna cominciare a pensare a sistemi di difesa come gli allarmi, le porte blindate, i ganci che bloccano le finestre o le tapparelle, le inferriate. «I tempi cambiano. Come noi cerchiamo di calibrare il nostro intervento sulla base di questo presupposto, devono farlo anche i cittadini». Parola del Questore, Michele Morelli.
La Questura e i carabinieri hanno potenziato i controlli sul territorio in questo periodo. Il Questore ha fatto arrivare da Padova anche il reparto Prevenzione crimine, che garantirà un supporto alle pattuglie locali. Ma i ladri hanno colpito ugualmente nella notte tra lunedì e martedì, mettendo a segno ben undici colpi e tentandone altri sei.
L’aumento del numero dei furti che si sta registrando in questi ultimi mesi è dovuto, secondo il Questore, a diversi fattori: «Non tralasciamo il miglioramento della viabilità. Se diventa più agevole spostarsi da Belluno a Feltre, o raggiungere la provincia attraverso l’autostrada, si favorisce anche la velocità di chi commette reati». Ai cittadini quindi non resta che adattarsi ai tempi, che non vedono più Belluno immune dai furti.
Mettere le inferriate alle finestre può essere una soluzione per chi abita al piano terra, ma anche montare un sistema di allarme e i blocca tapparelle possono servire da deterrente. L’importante è rendere il più complicato possibile entrare in casa al malvivente di turno.
«In questa provincia non parliamo di bande efferate, che usano violenza nei confronti delle persone che abitano nelle case che svaligiano», prosegue Morelli. «Sono bande che fanno colpi rapidi, che rubano soldi, gioielli, giubbotti perché è più semplice giustificarne la presenza in caso di eventuali controlli. Se trovano una barriera per entrare in casa, è molto probabile desistano».
Oltre ai dispositivi di protezione, il Questore suggerisce di ricreare quella rete di mutuo aiuto che esisteva, anni fa, ma che si è andata persa. «Informiamo i nostri vicini, le persone di cui ci fidiamo ovviamente, dei nostri orari e delle nostre assenze programmate. Invitiamoli a contattarci se sentono rumori in casa. Potrebbero essere dei ladri, non si deve mai aver paura di disturbare un vicino se si vede qualcosa che non va». E se la persona non risponde, o dice che è lontana, vanno contattate immediatamente le forze dell’ordine.
E se qualcuno si sveglia e sente dei rumori? Il primo obiettivo deve essere tutelare la propria sicurezza: «Consiglio di chiudersi a chiave in una stanza, magari in una zona dalla quale si riesca a tenere sotto controllo il ladro», spiega Morelli. «Quindi chiamare il 112 o il 113. Non è neanche necessario parlare: siamo in grado di individuare da dove arriva la chiamata».
Alessia Forzin
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