IL REFERENDUMBortolussi (Cgia): "Disparità economiche tra i comuni bellunesi e le province autonome"

Il segretario della Cgia di Mestre spiega le ragioni economiche che hanno portato al referendum: un comune trentino riceve l'86% in più di entrate pro capite rispetto a un comune bellunese"
VENEZIA. Sono tante ed evidenti, secondo la Cgia di Mestre, le ragioni economiche alla base del sì all'iter del referendum pro-Trentino Alto Adige deciso per Belluno dal Consiglio Provinciale.


Questi alcuni dei dati emersi dalla comparazione che la Cgia ha svolto tra le amministrazioni delle due regioni: la media procapite che un sindaco della provincia di Bolzano ha ricevuto nel 2008 (ultimo anno disponibile) in termini di entrate totali è pari a 2.454 euro.


Va addirittura meglio per i primi cittadini della provincia di Trento: 2.572 euro. Molto più contenuti, invece, i valori medi riferiti ai Comuni della provincia veneta: il dato pro capite delle entrate totali è pari a 1.337 euro.


''In pratica - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre -, mediamente un sindaco della provincia autonoma alto atesina dispone ogni anno del 78,2% in più di entrate pro capite rispetto ad un collega bellunese. Un primo cittadino trentino, invece, riceve addirittura l'86,8% in piu' di un sindaco della provincia di Belluno. Differenziali che, onestamente, indurrebbero chiunque a chiedere il trasferimento nelle aree che presentano un trattamento economico indubbiamente piu' generoso''.


Analizzando anche le spese registrate dai Comuni delle tre province, le differenze sono notevoli. Se la spesa media procapite a Bolzano è di 2.488 euro, a Trento raggiunge i 2.627 euro; a Belluno, invece, si ferma a 1,401 euro. Sempre confrontando in termini percentuali le due realtà autonome con Belluno, risulta che mediamente i sindaci di Bolzano spendono il 77,5% in più di quelli veneti, mentre i trentini possono spendere addirittura l'87,5% in più.


''Queste disparità di trattamento - conclude Bortolussi - trovano la loro giustificazione nella piena autonomia che dispongono le province di Trento e Bolzano. Per questo ritengo che, con l'Europa dei 27, le ragioni storiche, culturali e linguistiche che hanno portato al riconoscimento della specialità di questi territori non abbiano più senso''.

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