Il regalo dell’Ail: medico al reparto di Ematologia

L’associazione pagherà di tasca propria un professionista che eseguirà tre visite settimanali per dodici mesi
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Mancano medici all’Ematologia, allora interviene l’Ail di Belluno.

Momenti duri all’unità operativa dipartimentale di Ematologia del San Martino dopo che, alla fine dello scorso anno, una delle tre dottoresse che si occupava dei malati di leucemia è andata in pensione. I due medici rimasti sono così in affanno, tanto che l’Usl 1 ha deciso di chiedere l’intervento dell’Associazione italiana contro le leucemie, che ha dato la propria disponibilità. E non poteva essere altrimenti con la presidente Carmen Mione molto attenta alle esigenze dell’ospedale bellunese. «Abbiamo saputo delle difficoltà del reparto», precisa la presidentessa, «tramite il primario Boaretto che ci ha chiesto una mano con l’ambulatorio. E così abbiamo contattato la dottoressa che è andata in pensione, che si è resa subito disponibile a supportare le sue ex colleghe in questa attività».

Tra azienda sanitaria e Ail è stato firmato in questi giorni un accordo di collaborazione per il progetto “Pronto Ematologia”, che prevede che l’associazione garantisca una consulenza medico-specialistica per pazienti affetti da patologie ematologiche seguiti dall’Usl 1. Il medico, che sarà a totale carico dell’Ail (che spenderà per questo progetto annuale 23 mila euro), sarà presente in ospedale per un totale di 18 ore settimanali, articolate in tre giornate. Le prestazioni saranno tutte gratuite per l’Usl, visto che il pagamento è in carico all’Ail.

«Se possiamo aiutare siamo sempre disponibili», commenta Carmen Mione, che ha lavorato tanto per poter attivare questo reparto all’interno dell’ospedale di Belluno. «Il servizio di ematologia, collocato al quarto piano del San Martino, prevede tre stanze dove vengono accolti i bellunesi malati di leucemia che rientrano dai centri specializzati. Per questi malati mettiamo a disposizione anche una psicologa e dei supporti per le loro famiglie, oltre al trasporto del paziente. Nel 2015 abbiamo investito, per questa provincia, oltre 350 mila euro: si tratta di un impegno notevole che siamo fieri di poter assicurare».

La presidente dell’Ail rammenta anche l’importante aiuto garantito alle famiglie dei pazienti: «Mettiamo a disposizione ogni anno tra i 90 e i 100 mila euro per le famiglie», dice il capo dell’associazione, «per aiutarle qualora debbano trasferirsi, per un certo periodo, nelle vicinanze dei centri sanitari specializzati per la cura della malattia, offrendo loro la possibilità di fermarsi in qualche albergo il tempo necessario per stare vicino ai loro cari».

«E tutto quello che possiamo fare lo dobbiamo alla generosità dei bellunesi che, con le loro offerte, ci sostengono. Si pensi che in tre giorni abbiamo venduto 6.700 uova pasquali e il ricavato servirà per sostenere molti dei progetti che abbiamo in corso. Inoltre, fino a Pasquetta ci sarà il gioco del rolo in piazza dei Martiri il cui ricavato andrà sempre a noi».

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