Il responsabile della Diocesi «Momento storico per noi»

BELLUNO. «Un momento storico per la nostra comunità». Così il diacono Francesco D’Alfonso, responsabile della Commissione Giustizia e Pace della diocesi, ha voluto definire l’iniziativa di ieri. Il...
gian paolo eprona- perona- belluno- manifestazione per la pace
gian paolo eprona- perona- belluno- manifestazione per la pace

BELLUNO. «Un momento storico per la nostra comunità». Così il diacono Francesco D’Alfonso, responsabile della Commissione Giustizia e Pace della diocesi, ha voluto definire l’iniziativa di ieri. Il suo auspicio è che, d’ora in avanti, l’impegno sia volto a creare sempre più spesso occasioni di confronto tra diverse culture che convivono nello stesso territorio.

«Il rischio è che si cammini su strade parallele senza mai incontrarsi», ha sottolineato D’Alfonso, che ha portato il saluto del vescovo. «Per questo dobbiamo lavorare per rendere più unite le comunità. La partecipazione alla manifestazione è stata superiore alle attese. Ci sono parecchi bellunesi, vari gruppi e realtà della nostra diocesi. I pregiudizi purtroppo esistono e trovano appiglio nei recenti atti di terrorismo. Ma iniziative come questa sono volte proprio a eliminare i pregiudizi stessi: da una parte le comunità islamiche si sono dissociate da qualsiasi forma di violenza; dall’altra i bellunesi si stanno dimostrando aperti, consapevoli che le differenze sono una ricchezza». Da parte loro i rappresentanti delle comunità islamiche hanno voluto evidenziare che l’8 dicembre è una festa importante anche per i musulmani.

«Oggi (ieri, ndr) è anche il giorno del Giubileo della Misericordia», ha detto Layachi, «valore centrale nella tradizione islamica. E i musulmani sono chiamati a stare con i giusti, facendo una scelta di campo, contro coloro che compiono atti estremi». Una posizione ribadita a gran voce anche da Mohamed Meraga, il portavoce del centro islamico “Assalam Pace” di Ponte, e da Zaidi Allal, referente della Rete dell’immigrazione bellunese, che conta 17 associazioni composte da persone con storie, cultura e credo diversi.

«Il messaggio di unità deve passare prima di tutto tra i bambini, che saranno i cittadini del futuro», ha messo in risalto Allal. «Insieme continueremo a credere nel dialogo, nell’accoglienza e nel rispetto dell’altro», ha aggiunto Meraga.

«Le tesi sostenute dagli estremisti non hanno alcun fondamento religioso, nemmeno nell’Islam». (m.r.)

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