Il restauro è terminato la messa è emozionante

Pieve di Cadore. L’arcidiaconale è tornata a splendere grazie ai lavori e all’illuminazione artistica. L’8 settembre ci sarà la cerimonia ufficiale
PIEVE DI CADORE. «È stata una grande emozione, quella che ho provato ieri, celebrando nuovamente la messa nella chiesa arcidiaconale di Pieve di Cadore rimessa a nuovo». Così si è espresso monsignor Diego Soravia, commentando la riapertura del tempio ai fedeli. «Sono sicuro che i miei sentimenti sono stati condivisi sia dai molti fedeli locali presenti, sia dai molti turisti che hanno assistito alla celebrazione. Molti in questi giorni sono in vacanza e quindi non hanno potuto condividere questa emozione e partecipare alla nostra grande gioia. Lo potranno fare quando l'8 settembre, giorno di festa per la nascita della Madonna patrona della parrocchia, ci sarà la cerimonia ufficiale alla presenza del vescovo, dei sacerdoti e delle autorità di tutto il Cadore. Come vedete», aggiunge l'arcidiacono, «il restauro, è finito ed ora è possibile valutare il risultato».


Il colore delle pareti è ritornato quello di circa 200 anni fa. Un primo restauro era stato fatto in occasione dell'anno giubilare nel 1950, ma non aveva riguardato tutta la chiesa. Questa volta il restauro è stato completo, ad eccezione dei basamenti in pietra delle colonne. Oggi la chiesa è molto più luminosa ed anche l'illuminazione mette in risalto maggiormente le opere d'arte che si trovano sulle pareti. «Anche l'illuminazione è stata studiata come una forma artistica di ulteriore abbellimento delle opere esistenti: le nuove luci sono led, più luminose e a basso consumo. Per aumentare ulteriormente l'aspetto scenografico», ha aggiunto monsignor Soravia, «sono stati illuminati con delle piccole lampadine anche gli stucchi e gli angioletti del pulpito».


Al restauro completo della chiesa manca solo un pezzo: la Pala di Tiziano che attualmente è esposta nella casa natale dell'artista, in Borgata Arsenale. Ritornerà al suo posto alla fine di agosto, giusto in tempo per la cerimonia inaugurale. «Il dipinto», ha spiegato monsignor Soravia, «è stato spostato perché durante i restauri nessuno avrebbe potuto vederlo e poi non sarebbe stato al sicuro. Sul fondo della parete dell'altare, dove tornerà alla fine di agosto, sono già stati predisposti i sensori per la sua protezione e per il collegamento degli allarmi».


I lavori sono stati finanziati da un benefattore che ha stanziato 750.000 euro. Accanto a questo non sono comunque mancati altri parrocchiani che con il loro contributo hanno sostenuto l’ingente impegno economico del restauro del monumento. «Mi piace evidenziare, in particolare», conclude Soravia, «la risposta generosa di chi porta il nome dei quattro evangelisti: avevo proposto di adottare il restauro dei pinnacoli sotto la volta centrale, pinnacoli che sono affrescati con i simboli di san Marco, san Matteo, san Luca e san Giovanni. Anche questi lavori sono ormai conclusi e i pinnacoli sono tornati a splendere come quando sono stati dipinti».


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