Il riesame dice di no e il pc del maresciallo resta sotto sequestro
MEL. Il computer resta sequestrato. Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta dell’avvocato Danilo Riponti, il difensore del maresciallo della stazione di Mel, Cosimo Fanigliulo. Il pc era stato posto sotto sequestro dalla procura della Repubblica di Belluno, nell’ambito dell’inchiesta, che vede indagati lo stesso carabiniere e il comandante della polizia locale Fabio Cavalet per tre ipotesi di reato, che vanno dall’omissione d’atti d’ufficio, all’abuso d’ufficio e fino al falso in atto pubblico.
La vicenda è quella della multa per eccesso di velocità presa dal militare e pagata dal comandante, con tanto di tre punti depennati dalla patente di guida. Un caso emerso dopo l'acquisizione di atti fatta nella caserma dei carabinieri zumellese dal procuratore capo Francesco Saverio Pavone accompagnato dagli agenti della guardia di finanza. Vennero sequestrati il personal computer del graduato e anche quello del vigile Cavalet.
In un secondo momento, fu iscritto nel registro anche il sindaco di Lentiai, Armando Vello, per favoreggiamento personale. Sentito nei locali della procura, come persona informata sui fatti, il primo cittadino avrebbe parlato del contenuto di questa conversazione riservata con i due principali indagati.
L’inchiesta e l’acquisizione degli atti erano scattate per altri motivi, al momento coperti dal segreto istruttorio. Durante gli accertamenti, era venuta fuori questa multa. Una contravvenzione per eccesso di velocità presa dal comandante dei carabinieri di Mel, il maresciallo Cosimo Fanigliulo il 18 settembre del 2013, che gli era stata notificata nel dicembre dello stesso anno. Secondo la ricostruzione della procura, Fanigliulo avrebbe chiesto a Cavalet di annullare quel provvedimento. Non sapendo come uscire da una situazione complicata, il vigile si sarebbe accollato la sanzione, che risulta regolarmente pagata, decurtandosi anche i tre punti previsti dal Codice della strada.
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