Il rigatore seriale di auto paga i danni ai padroni e ha un proscioglimento
COMELICO. Il rigatore di auto ha pagato i danni. Il fatto che abbia risarcito i proprietari di una 500 e di una Mercedes parcheggiate in Comelico ha cancellato l’aggravante e ha permesso ad Alfonso Murgia di spuntare una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto. Si parlava di due querele e altrettanti procedimenti penali, che in un secondo momento sono stati riuniti in sede di udienza filtro.
Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, il 13 febbraio di cinque anni fa Murgia avrebbe impugnato un chiodo o un cacciavite (in ogni caso, un oggetto appuntito) e, tanto per cominciare, si sarebbe scatenato su entrambe le fiancate di una Mercedes parcheggiata. Non contento, avrebbe completato la sua giornata, rigando una Fiat 500.
Quando i proprietari se ne sono accorti, hanno fatto ricorso alla più vicina stazione dei carabinieri, presentando delle querele e descrivendo quello che era successo. Le accurate indagini dei militari hanno portato all’individuazione di Murgia, come presunto colpevole dei danneggiamenti. L’uomo doveva difendersi da questa accusa e si era affidato all’avvocato Raffaella Mario. Mentre le parti offese avevano incaricato il collega Ariano di tutelare il loro diritto a ottenere un risarcimento in tribunale, da qui la costituzione di parte civile.
Nell’udienza di ieri mattina, Mario ha dato prova dell’avvenuto risarcimento dei danni provocati e questo le ha consentito di eliminare l’aggravante. Non è che ci fossero grandi alternative. Il quadro è cambiato anche per il pubblico ministero Pesco e soprattutto per il giudice Cittolin, che ha pronunciato una sentenza di non doversi procedere per particolare tenuità del fatto. Articolo 131 bis del Codice Penale.
Contente soprattutto le parti offese, a giudicare dal sorriso con cui l’avvocato Ariano è uscito dall’aula al terzo piano del palazzo di giustizia. —
Gigi Sosso
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