Il Rolex finto andava rivenduto ma era rotto: tentato omicidio
BELLUNO
Il Rolex falso non era per lui. Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, Paso Ahmetovic l’avrebbe rivenduto in Croazia o in un’altra repubblica dell’ex Jugoslavia. La sua intenzione era quella di migliorare il magro bilancio familiare, dedicandosi a questo tipo di commercio. Ma il modello acquistato per 250 euro dal consigliere comunale Bruno Longo non funzionava e tanto sarebbe bastato a organizzare quello che fortunatamente si è fermato al tentato omicidio. Coltellate che il 19 aprile, davanti al bar all’Angolo di via Vittorio Veneto, potevano colpire organi vitali, se Longo non si fosse istintivamente riparato con il braccio sinistro.
Ahmetovic è in carcere da quel giorno e la magistratura lo descrive sempre molto ostile nei confronti della controparte. Ne avrebbe avuto una conferma anche il giorno del presidio del collettivo Postaz, sotto il carcere, del 6 ottobre. Nella sua consulenza, invece, lo psichiatra Pesavento gli avrebbe diagnosticato un disturbo antisociale. In precedenza, la perizia medico-legale aveva certificato l’ipotesi del tentato omicidio, sia come mezzo che come azione.
Il difensore Riccitiello sta per incaricare a sua volta un consulente: il dottor Cestaro cercherà di stabilire se Ahmetovic era capace d’intendere e volere al momento dei fatti. O se questa capacità era almeno fortemente diminuita. Tutto può servire a ottenere uno sconto di pena. Per tentato omicidio, porto ingiustificato di arma e alla minaccia aggravata a pubblico ufficiale (non c’è la querela per il danneggiamento aggravato della macchina), rischia più di 14 anni di carcere, ma è ormai sicuro che il processo si svolgerà in abbreviato, in questo caso nove anni e due mesi, ma una recente sentenza della Cassazione può fargli sperare in un’ulteriore riduzione.
Longo si costituirà parte civile con Claudia Bettiol. L’uomo sostiene che la causa dell’aggressione sia un mancato prestito da parte di un amico comune. —
G.S.
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