Il S. Martino si amplia: il padiglione materno-infantile è realtà

Inaugurata la nuova struttura di 7 mila metri quadrati: dal 2016 accoglierà i reparti di Pediatria e Ostetricia-Ginecologia con apparecchi all’avanguardia
Il taglio del nastro
Il taglio del nastro

BELLUNO. «Penso ai comitati che dicevano che avremmo distrutto la sanità bellunese: questa area materno-infantile è tra le più avanzate ed e uno dei più grossi investimenti fatti negli ultimi anni a dimostrazione che non esiste una sanità di serie A o di serie B. Avevamo detto che non avremmo chiuso niente e così è stato». Il presidente della Regione Luca Zaia ha voluto mettere i puntini sulle “i”, ieri mattina, nel suo intervento all’inaugurazione del nuovo gruppo F dell’ospedale San Martino: «Gli allarmismi di questi ultimi anni sono state soltanto delle speculazioni sulla paure della gente», ha sottolineato il governatore.

L’ospedale di Belluno si amplia di 7 mila metri quadrati, grazie al nuovo padiglione, che ospiterà Pediatria e Direzione medica al secondo piano; Ostetricia e Ginecologia al terzo; centrali tecnologiche ed elettriche nel sottotetto.

Un’opera costata 11.345.564,61 milioni di euro (10 milioni sono stati finanziati dallo Stato, un milione dalla Regione e 345.564,61 dall’Usl 1) e attesa da anni come ha ribadito il direttore generale Pietro Paolo Faronato. «I lavori avrebbero dovuto iniziare e concludersi nel 2011, ma per varie vicende lo possiamo fare solo oggi», ha esordito Faronato, sottolineando come l’opera rientri nella «filosofia regionale che risponde a due priorità: l’umanizzazione delle cure, che devono essere a misura del paziente, e la sicurezza dei pazienti. La prima priorità ci ha portato a colorare e rallegrare soprattutto il reparto di Pediatria, per ridurre al massimo il trauma del ricovero dei bambini; la seconda ci ha spinto a rispondere a tutti i requisiti di sicurezza, dall’azzeramento dei rischi sismici alla riduzione dei tempi di intervento. Ciò è avvenuto grazie alla vicinanza della diagnostica e della terapia intensiva», ha concluso il dg, che ha poi ringraziato gli operatori: «Sono loro che riempiranno questi spazi con dedizione, umanità e competenza».

Soddisfatto anche il sindaco Jacopo Massaro, presente anche nella veste di presidente della Conferenza dei sindaci: «Il nuovo gruppo F è il riconoscimento della crescita delle competenze di questi reparti e dà lustro all’ospedale del capoluogo. È un passo deciso lungo il percorso condiviso tra Usl e Comune per la “cittadella della sanità”, che è già in avanzata fase di attuazione». Massaro si è detto contento anche del fatto che «con questa operazione si è intrapreso il cammino per rendere davvero il san Martino una struttura di riferimento provinciale, come è previsto nelle stesse schede ospedaliere e nel Piano socio-sanitario veneto, a cui Venezia dovrà dare realmente seguito». Il primo cittadino ha anche chiesto che vengano assegnate e garantite le risorse necessarie per questo progetto e per la sanità di montagna, «lavorando sul Crite per alcuni ulteriori adeguamenti strutturali e tecnologici».

Un discorso già nell’ottica dell’Usl unica, dove Belluno sarà il centro di riferimento, pur specializzandosi le altre strutture in alcuni settori.

Infine Zaia ha ribadito come il percorso intrapreso di miglioramento e modernizzazione della sanità necessiti dell’aiuto di tutti, a partire dagli utenti dell’ospedale, «che invito a essere pazienti. Ci stiamo adoperando per ridurre ulteriormente le liste di attesa, portando i codici a 10, 30 e 60 giorni, invece di 90». Il governatore ha infine ricordato su questo fronte l’importanza dell’accordo coi medici di famiglia e il prossimo avvio del sistema per la prenotazione delle visite da parte di questi ultimi.

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