Il San Martino ora è hub resta il nodo “periferia”
BELLUNO. «Da quanto vedo, alcune osservazioni che come Usl avevamo avanzato alle schede sono state recepite e questo ci fa piacere». Il direttore generale dell’Usl 1, Pietro Paolo Faronato si dice contento di quanto licenziato nella notte dalla quinta Commissione veneta per quanto riguarda la sanità bellunese. Anche se «si tratta di aver ribadito per alcuni aspetti servizi che già abbiamo avviato, come ad esempio la reumatologia e l’ematologia, tanto che qualche mese fa abbiamo preso un terzo ematologo. Ora in queste due unità semplici a valenza dipartimentale (Usd) sarà individuato un referente, con criteri che abbiamo già prefissato».
E sulla questione dei posti letto in più a dermatologia e alcologia (due in più per entrambi): «Si tratta a dire la verità di un falso problema, perché la vera sfida sono i modelli organizzativi. L’assistenza ospedaliera non deve concentrarsi sul mettere a letto i pazienti, ma sull’intensità di cura».
Un po’ preoccupato il dg lo è per il taglio della direzione medica di Agordo-Pieve di Cadore. «Nell’atto aziendale abbiamo ragionato come se avessimo un ospedale unico diviso in tre sedi, quindi la direzione medica è unica; ma oggi la direzione ospedaliera non è particolarmente robusta e tagliare anche quella delle vallate indebolisce la situazione. A questo punto dovremo cercare di potenziare quest’area tramite un nuovo modello organizzativo».
Faronato rilancia la questione della chirurgia di Agordo, che passa da day surgery a week surgery. «Il problema vero è quello di utilizzare appieno le sale operatorie di Agordo. Quindi stiamo valutando quali interventi possiamo concentrare qui». Infine, resta la questione dell’attività ambulatoriale endoscopica sia ad Agordo che a Pieve di Cadore. «La facciamo già, il problema è capire le risorse, perché un conto è attivare il servizio su tre posti, un altro su uno soltanto».
Soddisfatto il sindaco di Belluno e presidente della Conferenza dell’Usl 1, Jacopo Massaro: «Avevamo sempre chiesto che il San Martino fosse un hub nella sostanza e non solo sulla carta; mi pare che le novità delle schede vadano in questa direzione, anche se siamo dispiaciuti che non sia stato dato il primariato a dermatologia».
Per Massaro «il bilancio finale, avendo ottenuto l’emodinamica h 24 e la medicalizzazione notturna, è positivo per Belluno». Ma resta una preoccupazione: «In un’ottica aziendale complessiva e provinciale il nostro timore è per il futuro degli ospedali di Agordo e Pieve, i cosiddetti spoke, perché ci sono questioni di tipo organizzativo che potrebbero portare alla riduzione delle prestazioni e, in prospettiva, allo svuotamento degli ospedali».
Cautamente soddisfatto, il vice sindaco di Agordo, Sisto Da Roit: «Dopo l’uscita delle schede pensavamo che il nostro spedale non sarebbe più esistito, sicuramente non sarà più h 24, ma almeno abbiamo un week surgery per la chirurgia. Ora l’importante sarebbe avere la reperibilità dei chirurghi nelle 24 ore e la garanzia dell’attività di urgenza-emergenza». «Non è quello che abbiamo chiesto», conclude, «ma è un passaggio importante. Da risolvere resta il problema dell’attività cardiologica, che vorremo non fosse con un medico part time, come è ora».
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