«Il Senato non ha detto no a Sappada»

Dal sottosegretario Bressa un'apertura, ma va affrontato il problema degli altri Comuni di confine
Stefano Da Rin Puppel-Perona-Sappada-Consiglio Comunale Straordinario
Stefano Da Rin Puppel-Perona-Sappada-Consiglio Comunale Straordinario

SAPPADA. Prime, autorevoli aperture sul caso Sappada. Il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, indicato da Sappada come “mina vagante” del sabotaggio del voto di Palazzo Madama sul distacco dal Veneto, tiene a precisare: «Il Senato non ha detto di no a Sappada», quindi il disegno di legge può essere riproposto, ma va contestualizzato nella più amplia questione della provincia di Belluno.

Par di capire, insomma, che anche per il Governo ed il Pd Sappada potrebbe trovare soddisfazione rispetto a quanto richiesto 8 anni fa col referendum, considerata la sua storia ed i rapporti col Friuli, ma occorre mettere in sicurezza gli altri Comuni di confine perché non ne seguano l’esempio.

«L’integrità della Provincia è davvero a rischio», riconosce Bressa che, a questo punto, spera molto in un contributo costruttivo dal vicino Friuli Venezia Giulia affinché si possa ripetere l’esperienza virtuosa di uno sviluppo, a cavallo del confine, come quello promosso e finanziato da Trento e da Bolzano.

La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha, apparentemente, stoppato avance di questo genere, sostenendo che la vicina Regione è, invece, disponibile ad aggregare non solo Sappada, ma l’intera Provincia di Belluno. È da ritenere che lo stesso Bressa, da una parte, ed il parlamentare Roger De Menech, dall’altra, si adopereranno perché, almeno all’interno dello stesso partito, il Pd, possa maturare un accordo su questa prospettiva.

E non è detto che proprio il sindaco di Sappada, Manuel Piller Hoffer, e i referendari con Danilo Quinz, Alessandro Mauro e gli altri, chiedano un incontro con i due esponenti del Governo e del Pd per dare gambe alla sollecitazione avanzata dal consiglio comunale di Sappada, l’altra sera, quella che si ritorni il più rapidamente possibile in aula.

Anticipa il sindaco: «Noi chiedere un incontro? Mi aspetto, per la verità, di essere convocato ad un incontro con le Regioni , con la Provincia, i parlamentari, perché Sappada ha diritto di sapere qual è la sua sorte, in base proprio al referendum del 2008».

«Noi referendari, per la verità, avevamo contattato il sottosegretario Bressa già tempo fa, ma senza ricevere risposta. Lo faremo, a maggior ragione, adesso, considerata la piega che ha preso la situazione. Riteniamo che anche il sottosegretario abbia oggi l’interesse ad incontrarci, a verificare con Sappada come uscire da questa situazione».

Mauro riconosce a Bressa «acutezza ed intelligenza», per cui «non ritengo che continuerà a dirci di no, anzi, se avremo modo di sederci intorno ad un tavolo, una soluzione sicuramente la individueremo».

Per i referendari sarebbe altrettanto importante incontrare la presidente Serracchiani «per chiarire insieme la portata del suo invito ai bellunesi, che riteniamo, in verità, una fuga in avanti».

Insiste Mauro: «Apprezziamo che la governatrice friulana abbia detto che il voto referendario va rispettato, ma proprio per questo ci aspettiamo da lei che intervenga sul Pd e sul Governo perché, a loro volta, calendarizzino il voto a Palazzo Madama».

Dopo la risposta del consiglio comunale, sia in termini di richieste che di partecipazione, Danilo Quinz, portavoce del Comitato referendario conferma che «c’è tutta la volontà di andare avanti». «A Sappada non c’è nessun Comitato del no, per cui abbiamo la responsabilità, dopo quanto ha anche affermato il sindaco, di non fare nessun passo indietro o di lato. Certo, dobbiamo trovare dei politici che finalmente ci diano ascolto. E noi non ne abbiamo di forti. Bressa lo è, ma essendo stato eletto in Trentino Alto Adige, fa gli interessi di quel territorio. Lo sappiamo tutti che Trento e Bolzano non hanno nessuna intenzione di cambiare i confini. Bressa, quindi, lavorerà perché nulla si muova».

Un incontro, però, lo auspica anche Quinz, non fosse altro che per prendere le misure.

Il sindaco Piller Hoffer rivendica la dignità del Comune e dei sappadini. «Chi, magari già da tempo, aveva deciso per il no, doveva dirlo subito e non comportarsi in modo così pilatesco. Dal Senato eravamo pronti a ricevere anche un no, paradossalmente; lo stralcio, invece, è stata una non risposta. Che non accettiamo».

Francesco Dal Mas

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