Il sentiero per il rifugio “Bianchet” sarà riaperto a metà marzo

Il presidente Chiappin è pronto per affrontare un 2019 di duro lavoro: «Il sentiero “507” è in condizioni critiche, da sistemare la teleferica del Settimo»



«C’è ancora tanto da fare». Finita la conta dei danni, per il Cai Belluno si prospettano mesi di duro lavoro per provare a sistemare i sentieri messi a soqquadro dall’alluvione di fine ottobre.

Se al momento il Settimo Alpini risulta raggiungibile, lo stesso discorso non vale per il rifugio Bianchet: «I problemi da risolvere sullo Schiara sono numerosi», sottolinea Sergio Chiappin, presidente del Cai Belluno. «Se il sentiero “501”, quello che porta al Settimo Alpini, è percorribile senza alcun problema (l’unico problema può venire dalla presenza di ghiaccio), la musica cambia per la strada sterrata della Val Vescovà, quella che porta al rifugio Bianchet. L’infinità di alberi caduti e gli smottamenti che si sono verificati durante l’alluvione hanno causato la chiusura della strada. Con le nostre forze non saremmo mai riusciti a renderlo percorribile per l’estate, fortuna vuole che i Carabinieri Forestali ci abbiano garantito il loro appoggio. Bene, qualche giorno fa mi è stato annunciato che per marzo la strada per il Bianchet sarà riaperta, rendendo il nostro rifugio fruibile già per la primavera. I tempi, naturalmente, sono legati al meteo: con giornate belle come quelle di questa settimana, la scadenza potrà essere rispettata».

Una volta aperta la strada per il Bianchet, per il Cai Belluno si apriranno nuove problematiche: «Dovremo iniziare a sistemare i nostri sentieri», sottolinea Chiappin, «partendo da quelli messi relativamente meglio. Mi riferisco al sentiero “509”, quello che dal Ponte Mariano porta a Casera dei Ronch, prima di inerpicarsi fino a Forcella Cirvoi e scendere a Pian di Caiada, e al “506”, nel tratto che da Case Bortot porta a Forcella Monpiana. Qui dovremo rimuovere qualche pianta caduta e sistemare il fondo del sentiero».

Poi si passerà all’intervento più corposo, quello che richiederà svariati mesi di lavoro. Parliamo della valle del Rui Fret, dove il sentiero “507”, quello che unisce il Ponte Mariano a Forcella Stanzon, passando per Casera Palaza, è praticamente scomparso sotto gli alberi caduti rovinosamente a terra: «Il 507 è interessato da tantissimi schianti di alberi. Ci attende un lavoro molto lungo e difficile, anche perché arrivare lì a piedi richiede tanto tempo, circa tre ore in condizioni ottimali. Per fortuna ci sono tante persone e associazioni che si sono messe a nostra disposizione. C’è una grande mobilitazione tra i bellunesi, significa che la gente ama il proprio territorio».

Per quel che riguarda i due rifugi, la parte strutturale non ha riportato danni. Da sistemare un paio di infrastrutture: «Alcune piante sono finite sull’acquedotto che rifornisce il Bianchet, servirà quindi una verifica totale della situazione a inizio stagione. Al Settimo, invece, preoccupa lo stato della teleferica che rifornisce il rifugio. Siamo riusciti a togliere gli alberi che avevano portato a terra le funi, grazie al supporto del Reparto Elicotteri dei Carabinieri, ora dovremo sistemarla. Si tratta di un intervento semplice, ma servono risorse per portarlo a termine. Speriamo che qualcuno si ricordi anche di noi». —

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