«Il servizio sarà potenziato ancora»
PIEVE D ICADORE. «Attendiamo a giorni l’ispezione voluta dal governatore Zaia per fare chiarezza sul parto in casa della signora, subito dopo Natale, e sull’attività del punto nascita cadorino. Per quanto ci riguarda riteniamo di aver fatto quanto era dovuto, in quella situazione».
Il direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno si dice abbastanza tranquillo sull’ispezione ordinata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia alla luce dei fatti denunciati dal sindaco di Pieve di Cadore, Maria Antonia Ciotti che si riferiscono alla nascita in casa di una bimba a Calalzo.
«Appena saputo quanto accaduto, mi sono subito informato», ci tiene a precisare il direttore generale. «Infatti ho chiesto immediatamente un audit all’interno dell’azienda sanitaria per chiarire come sono andati i fatti».
Secondo quanto riferito dai medici della Ginecologia e dai collaboratori del dg, «la donna, che era al termine della gravidanza, era stata ricoverata all’ospedale di Belluno in vista del parto. Dopo essere stata monitorata, il medico le ha detto che poteva tornare a casa». C’era ancora tempo prima che la bimba venisse alla luce. E così la donna ha fatto. Ma una volta tornata a casa a Calalzo, «dopo una decina di ore il parto è arrivato. La signora ha chiamato subito il 118, ma nei minuti di attesa la bimba è nata. Capita qualche volta che i tempi di nascita siano così rapidi. Così», continua il racconto Rasi Caldogno, «quando è arrivata l’ambulanza la signora aveva già dato alla luce la figlia. Da casa è stata portata all’ospedale di Pieve di Cadore per le procedure necessarie dopo un evento di questo tipo. E qui i medici ginecologi, che sono in attività già dal 24 dicembre, sono intervenuti. Una volta eseguito quanto dovuto, la signora poi è stata trasferita all’ospedale di Belluno. A nostro avviso, quindi, la macchina dei soccorsi ha funzionato bene, così pure il punto nascita, altrimenti la puerpera non sarebbe stata portata là nell’immediatezza del parto. Comunque spetterà agli ispettori verificare se le cose sono andate come dovevano o se c’è stata “mal practise”».
Ma il direttore generale ci tiene a precisare anche come «il servizio del punto nascita del Cadore è in funzione già dal 24 dicembre, come avevamo annunciato. I sei medici ginecologi assunti sono già alla fase dell’inserimento in reparto. L’indicazione dell’Usl, però, resta quella di innalzare ulteriormente il livello del servizio, il che significa avere una maggiore presenza di personale anche rispetto alle emergenze. Questo è quello a cui puntiamo ed è quello che abbiamo sempre sostenuto anche con il sindaco».
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