«Il silenzio del territorio ha portato all’Usl unica»
BELLUNO. Sul futuro incerto della sanità bellunese incombe un complice silenzio del territorio. E la sollecitazione a risvegliare le coscienze è arrivata proprio ieri durante l’incontro organizzato dalla Fp Cgil, che sul tema dell’Usl unica (legge 19), in partenza da gennaio, ha presentato un documento da cui avviare la discussione. «Una discussione che dovrà portare a garantire a tutta la provincia gli stessi servizi», ha precisato Mauro De Carli, segretario della Cgil
L’esponente della Fp, Gianluigi Della Giacoma, si chiede: «Cosa ne sarà del personale con l’Usl unica? E dei reparti? Degli investimenti? In altre parole come cambierà la sanità?». Della Giacoma ha chiesto l’attivazione di un tavolo paritetico per affrontare temi scottanti come «la disparità di applicazione dei vari contratti tra Belluno e Feltre e l’aumento delle risorse per la sanità di montagna».
E proprio sui maggiori costi del Bellunese ha puntato l’attenzione Jacopo Massaro, quale presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 1: «Solo superando il deficit strutturale, l’attuazione delle schede ospedaliere e la stagnazione degli investimenti tecnologici e infrastrutturali», ha detto, «si potrà dare seguito all’unificazione delle due aziende, altrimenti l’effetto sarà deleterio». Critico anche il collega feltrino Paolo Perenzin, che si è detto deluso per il fatto che tutte le proposte di autonomia e specificità venute dal territorio siano state respinte dagli stessi consiglieri bellunesi: «Non hanno voluto nemmeno ascoltarci». E poi si è detto «deluso più dal metodo con cui questa norma è stata definita che dai suoi contenuti».
A puntare il dito contro Venezia la consigliera di “Il Veneto del fare” Giovanna Negro, che ha prospettato la possibilità di un ricorso contro la norma, qualora anche dal governo arrivi il via libera, chiamando a raccolta tutte le forze territoriali per appoggiare la battaglia. «Il disegno era già evidente con la nomina dei commissari, prima che passasse la legge 19. E anche la carenza di medici non dipende da Roma, ma rientra in una scelta precisa di Venezia», ha detto, annunciando che le speranze bellunesi di avere soldi in più dal risparmio derivante dall’Usl unica «rimarranno deluse perché nel bilancio 2017 non v’è traccia». Sulla stessa lunghezza d’onda la senatrice Raffaela Bellot, che ha denunciato il «colpo di spugna che ha voluto impoverire questo territorio anche dal punto di vista sanitario».
Preoccupati e rassegnati i lavoratori dell’Usl. Tramite le parole di Barbara, infermiera delegata, hanno evidenziato: «La qualità e quantità del servizio sta calando sempre di più al San Martino e anche l’entusiasmo inizia a venire meno tra e dipendenti». Per il referente provinciale di Federconsumatori, Guido Mattera «c’è stato un errore anche del sindacato, che ha alzato la testa troppo tardi, e della comunità, che è mancata in questa partita». Poi ha ripreso l’appello all’unità della consigliera comunale del Pd, Irma Visalli.
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