Il sindaco condanna l’episodio «Non è soltanto una bravata»

LONGARONE. Il paese è diviso. Nei locali di via Roma, dev’essere stata una bella lotta, tra quelli che - tra la colazione e l’ora dell’aperitivo - condannavano i ragazzi troppo focosi alle fiamme...
LONGARONE. Il paese è diviso. Nei locali di via Roma, dev’essere stata una bella lotta, tra quelli che - tra la colazione e l’ora dell’aperitivo - condannavano i ragazzi troppo focosi alle fiamme dell’inferno o sostenevano che il finale migliore sarebbe stata una bella assoluzione. Senz’altro il sindaco di Longarone, Roberto Padrin ha apprezzato il fatto che siano andati a spiegare tutto a don Gabriele Bernardi: «Personalmente sono per la condanna. Tutti siamo stati giovani e abbiamo fatto delle bravate, ma qui si è andati oltre, vista la solennità del luogo e quanto il nostro paese sia legato a questo edificio sacro», sottolinea Padrin, «se don Gabriele, che è da sempre persona stimata, ha deciso di zittire le campane avrà avuto le sue buone ragioni».


Premesso che la videosorveglianza in un luogo pubblico va segnalata con tanto di cartello, non era la caccia alla coppiette lo scopo della telecamera: «Questo è vero. C’era stato qualche episodio di vandalismo, che ha spinto il parroco a fare questa spesa. Nel nostro paese, ci sono dei giovani, che non fanno della buona educazione la loro caratteristica migliore e, in qualche maniera, bisogna farglielo capire, riprendendo loro e avvertendo i rispettivi genitori. Questo non significa generalizzare, ci mancherebbe altro, ma tenere giustamente alta la soglia della nostra attenzione, in maniera da evitare che certi fatti sgradevoli si ripetano».


Tra le longaronesi più attive, nell’ambito dell’educazione, Isabella Lante: «Conosco questi ragazzi, perché mi occupo anche di catechismo e gruppi estivi e voglio sottolineare che non sono come qualcuno li ha dipinti. Ho letto delle descrizioni che non condivido assolutamente. Allo stesso tempo, capisco la reazione di don Gabriele, che è rimasto turbato dopo aver visto profanato un luogo non solo sacro, ma al quale tiene moltissimo. C’è stata una mancanza di delicatezza da parte di questi ragazzi, che giustamente a distanza di qualche ora si sono decisi a chiedere scusa. Hanno capito che certe cose non andavano fatte e mi auguro che non infliggano delle altre sofferenze».
(g.s.)


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi