Il sindaco di Agordo non si ricandida: «È giusto arrivino persone con idee e proposte nuove»
AGORDO
«Dopo quindici anni di amministrazione fatta con passione e impegno è giunto il momento di lasciare spazio agli altri». Così, dopo due mandati da vice e uno da sindaco, Sisto Da Roit annuncia che alle prossime comunali di Agordo non sarà della partita.
«Sono stati quindici anni impegnativi, a volte ci sono stati momenti avvilenti perché avevi le idee e non potevi realizzarle. Ora è giusto che tocchi a qualcun altro».
Quando ha deciso? «Nel corso del tempo, specie nell’ultimo anno in cui lo sforzo fisico e psicologico è stato alto, sia per l’impegno in Comune che per questioni lavorative e famigliari. Comunque credo sia giusto che in Comune arrivino persone con idee e proposte nuove. Noi un’idea di paese e di futuro per il paese l’abbiamo avuta e abbiamo seminato in questa direzione».
Roberto Chissalè, della minoranza, ha detto che la vostra fiacchezza ha allontanato ancora di più la gente dalla cosa pubblica. «Non so cosa intenda con “fiacchezza”, so però che cinque anni fa agli elettori non avevamo promesso investimenti. Avevamo detto che avremmo portato avanti le opere iniziate e avremmo curato la manutenzione. Poi si sa che spesso la vitalità di una giunta viene stabilita in base al numero di gru che si innalzano. Per me non è così».
Cioè? «Credo abbiamo amministrato negli anni peggiori: sin dal 2007 abbiamo dovuto operare scelte profonde per dare respiro al bilancio. Negli anni poi le norme statali ci hanno impedito una programmazione pluriennale e ci hanno costretto, nel campo degli investimenti, a vivere “alla giornata”. Anche Chissalè ha detto che era avvilente. Eppure abbiamo trovato le risorse per non tagliare i servizi (anzi li abbiamo ampliati) senza aumentare i costi. Ma ci sono voluti fatica e studio. La prossima giunta vivrà tempi migliori e avrà anche i soldi del nostro avanzo. E comunque, ammesso e non concesso che l’amministrazione sia stata poco vitale, mi pare che anche gli imprenditori non abbiano brillato per iniziative. Penso a tante situazioni, alla possibile ristrutturazione dell’ex albergo Buzzatti: si cerca un gestore, ma nessuno della zona si fa avanti».
A cosa si deve tale atteggiamento? «Forse alle pance piene, forse all’importante presenza di Luxottica. O forse al fatto che si fatica ad assumersi responsabilità. Lo si vede anche nel mondo dell’associazionismo: ci sono sodalizi in cui c’è difficoltà a trovare guide, perché non c’è voglia di rogne. Forse fa più comodo la prospettiva di una vita individuale agiata che quella di una vita di comunità più stimolante. L’amministrazione deve creare delle condizioni che, certo, resteranno tali se il tessuto sociale non le percepisce come opportunità». —
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