Il sindaco di Belluno è Jacopo Massaro
BELLUNO. È Jacopo Massaro il nuovo sindaco di Belluno. Al ballottaggio la città si è espressa con decisione, senza andare a votare in massa, ma con un orientamento preciso. Massaro ha ottenuto il 62,69% dei voti, più che raddoppiando il risultato del primo turno di due settimane fa, quando il candidato aveva raccolto 4.495 voti, moltiplicati ieri pomeriggio fino a raggiungere quota 9.472. La forza del neo sindaco è stata nella sua proposta politica: nessun partito, tre liste civiche a supporto, molti volti nuovi ma già inseriti nella società reale, al fianco di figure di lunga esperienza e di notevole peso elettorale. La fetta di città non più rappresentata al ballottaggio ha considerato Massaro elemento di maggior garanzia perché, pur essendo chiaramente uomo di centrosinistra, egli ha saputo parlare anche al centro, al centrodestra e al Movimento 5 Stelle.
La sfidante, Claudia Bettiol, è riuscita a convincere solo mille e due persone in più rispetto a quelle che l’avevano preferita il 6 e 7 maggio. E ora, per il Partito Democratico cittadino e provinciale, è giunto il momento delle riflessioni, perché solo chi aveva deciso di chiudere occhi e orecchi non è riuscito a percepire cosa stava accadendo in città.
Di fatto, Massaro ha vinto quindici giorni fa, arrivando al ballottaggio contro le previsioni della maggior parte degli “statisti” locali e a nulla è servita la strategia del Pd che ha puntato tutto sul voto rosa, una scelta comunicativa poco comprensibile, soprattutto se si considera che nel primo mese di campagna elettorale il messaggio prevalente era stato quello della competenza.
La vittoria di Massaro però è una vera e propria rivoluzione che, paradossalmente, riapre le speranze di chi crede ancora nella politica. La sconfitta di entrambi gli schieramenti, infatti, elimina qualsiasi alibi dato dall’alternanza dei poli e chi accusa genericamente il vento dell’antipolitica dimostra di aver capito poco o nulla.
Lo stillicidio di Pd e Pdl, il crollo della Lega Nord, le modeste performance degli altri partiti tradizionali impongono alle segreterie, oggi più che mai, il dovere di guardarsi dentro e ammettere l’errore più grande: quello di sottovalutare ormai da troppo tempo il potere dei cittadini e la loro capacità di scegliere, al di là degli ordini di parte, specie in una città piccola come Belluno, dove tutti sanno tutto di tutti.
La conseguenza naturale del voto di ieri dovrebbe essere una raffica di dimissioni, unico gesto in grado di dare una prospettiva ai partiti, ad iniziare dal Pd. In passato i dirigenti di Margherita e Ds, dopo aver perso, hanno fatto questo passo, nei prossimi giorni si potrà capire se anche gli attuali vertici hanno a cuore il futuro del loro partito. Gli errori del Pd bellunese sono stati macroscopici, ostinati e innegabili e affondano nei mesi. Claudia Bettiol avrebbe vinto, forse, solo se al ballottaggio fosse arrivato Antonio Prade, ma andare al seggio col naso tappato fa parte di una storia d’Italia ormai lontana. Nel momento in cui i partiti smetteranno di sperare nelle disgrazie altrui, è probabile che si impegnino a dare il meglio per risolvere gli enormi problemi della gente.
E Belluno ne ha molti. A partire da oggi, per Massaro inizia un lavoro durissimo, perché se è vero che la città ha un’elevata qualità della vita, preservarla sarà complicato. I tagli ai bilanci pubblici, le fabbriche che chiudono e una generazione senza certezze rischiano di far peggiorare le condizioni dei bellunesi. La vera sfida sarà mantenere lo standard degli ultimi decenni, ma non può bastare perché chi ha votato Massaro spera in qualcosa di più: una Belluno unita per superare i momenti difficili e autorevole per rappresentare l’intero territorio provinciale, riportandolo ad essere protagonista grazie alla sua capacità innovativa e alla forza di volontà che ha fatto superare a questa provincia molti eventi drammatici.
Il nuovo sindaco ha già svelato la sua strategia: il programma è chiaro e la giunta oggi verrà completata, dopo che cinque nomi su sei erano stati presentati venerdì scorso.
La squadra però sarà molto più ampia, perché ci sono numerose posizioni da coprire e sarà interessante capire se, oltre a una giunta di alto profilo, anche gli altri nomi saranno all’altezza delle aspettative.
Di sicuro il consiglio comunale avrà la freschezza portata da molti volti nuovi, ai quali toccherà capire in fretta dove sono arrivati, per dare un contributo reale. L’auspicio è che la nuova maggioranza sia più unita della precedente, concentrata più al bene della città che sulle proprie ambizioni frustrate. Sarà responsabilità del sindaco far sentire tutti in prima linea e saper coinvolgere i gruppi di minoranza, affinché possano partecipare alle scelte, senza sentirsi solamente opposizioni.
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