Il sindaco di Canale si oppone ai migranti
CANALE. «Se vedo una mamma con dei bambini mi posso intenerire, ma se vedo dei giovanottoni dai 17-18 anni fino ai 28 che mi dicono che scappano dalla guerra e io ho i sacrari di Salesei, Redipuglia, il Grappa dove sono morti i nostri ragazzi e sono sepolti perché hanno difeso i nostri confini, mi viene da dire: “Cari signori, dovevate star lì e combattere per la vostra casa, le vostre mamme, le vostre spose e i vostri figli”».
Lo ha detto mercoledì a Canale, nel corso dell'incontro sulle questioni profughi e centralina, il sindaco Rinaldo De Rocco incontrando il consenso dei suoi concittadini che non lo hanno contraddetto; anzi qualcuno ne ha ribadito ad alta voce il pensiero. In ballo c'era la discussione su due “invasioni” (così definite da chi le critica): quella dei popoli e quella degli speculatori dell'acqua.
«Ci saranno state 20 persone per la centralina», dice qualcuno alla fine, «tutte le altre (ed erano almeno un centinaio, ndr) erano per i migranti». «Ho visto gente che ad altri incontri non si è mai presentata», dice un altro. Il tema profughi è evidentemente sentito e su di esso la popolazione canalina ha un pensiero preciso: non li vuole e basta. Il sindaco De Rocco ha spiegato che oggi non ne arriveranno e per il futuro i numeri ipotizzati potrebbero essere di 2-3.
«La misericordia non va mai persa», ha detto, «è vero che siamo il paese di Papa Luciani con i suoi insegnamenti, ma non mi sta bene che io debba avere dei rimorsi di coscienza perché non sono stato in grado o non ho voluto accogliere queste persone. Noi», ha continuato, «siamo stati un grande paese di emigrazione, ma allora avevamo altri parametri. Non può non darci fastidio se vediamo che vengono messi in un albergo a tre stelle e poi li vediamo fumare e telefonare tutto il giorno. E poi emerge la paura dell'incognito: abbiamo già avuto due profughi, uno dei quali non si è comportato tanto bene. Io ho dei dubbi che loro ci possano portare un arricchimento culturale. Non si integreranno mai». Parole, queste ultime, che hanno sollevato applausi in sala.
Tre voci hanno suonato diversamente: Giulia Fiocco aveva chiesto se era possibile ospitare famiglie, ma il sindaco ha spiegato come fra i profughi ci siano soprattutto uomini. Sul tema della violenza e della criminalità da parte degli immigrati, Marisa Tibolla ha ricordato che non si può generalizzare e che la maggior parte delle violenze su donne e bambini avvengono nelle case degli italiani. Giovanna Costa alla fine ha chiesto se, in caso di arrivi obbligati, ci sia una strategia. Ma il popolo ha già dato il suo verdetto. E torna in mente la frase del consigliere comunale di Falcade, Fulvio Valt, pronunciata due ore prima: “Se il gli amministratori non prendono una posizione, magari la prendono i cittadini”. (g.san.)
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