Il sindaco di Canazei «Sui confini non cederò»
CANAZEI
«Da quando mondo è mondo, il confine si sviluppa sulle creste, nel pieno rispetto del displuvio. Quindi è evidente che il Comune di Canazei non poteva accettare la determinazione dell’Agenzia del Territorio».
Silvano Parmesani, sindaco di Canazei, è fermo sulle sue posizioni.
Canazei, che ha quasi l’intera proprietà del ghiacciaio della Marmolada, ha promosso un esposto contro l’Agenzia per rivendicare anche i “fazzoletti” della montagna che sono stati riconosciuti al Veneto.
Lei si è sempre dichiarato disponibile a sedersi ad un tavolo con De Bernardin e lo stesso Zaia. Ma così operando ha chiuso ogni possibilità di dialogo.
«Sarei stato accusato di non fare gli interessi del Trentino se avessi ceduto anche un solo metro quadrato della Marmolada. Punta Rocca e Punta Serauta fanno parte del nostro territorio, in virtù del Decreto Pertini del 1982 e della sentenza, successiva, del Consiglio di Stato. Se voi veneti salite sulla Marmolada e provocate, sostenendo che il ghiacciaio vi appartiene fin dai tempi della Serenissima, è evidente che noi trentini abbiamo il dovere di rivendicare la nostra storia, certificata dalla giustizia amministrativa, e non sol».
Ma della storia che lei rivendica, fa parte anche l’accordo sottoscritto nel 2002 dai presidenti dell’epoca, Giancarlo Galan (Veneto) e Lorenzo Dellai (Trento). Un’intesa che concedeva a Rocca Pietore un’area minimale ma importante del ghiacciaio, per garantire l’autonomia alle Funivie Marmolada e alla pista da sci. Non più di 30-70 metri di ampiezza. E i siti di Punta Rocca e Serauta, dove si trovano le stazioni di arrivo.
«Quell’accordo è stato solo politico. Non si è tradotto in un atto provinciale e regionale sul cambiamento del confine, quindi giuridicamente non vale nulla. L’unico confine che ha valore è quello delle creste. Quindi per Canazei non è giustificata nemmeno la regalia dell’Agenzia del Territorio».
Voi volete Punta Rocca per farvi arrivare un’altra funivia?
«Smettiamola. Non c’è alcun progetto in campo. Noi pretendiamo ciò che la storia ci riconosce».
Ma il collegamento Passo Fedaia-Punta Rocca è una vostra ambizione. Sì o no?
«Semmai dovrebbe essere anche un’ambizione della Val Pettorina che avrebbe tutto da guadagnare collegandosi, attraverso la Marmolada, con il Sella Ronda. Ma non è di questo che voglio parlare. Oggi il tema è solo quello del confine. Ribadisco la mia disponibilità a sedermi intorno ad un tavolo con i veneti, ma ad una condizione: che rinunciamo alle bandierine antistoriche e che ci mettiamo davvero a lavorare per lo sviluppo sostenibile dell’unico ghiacciaio dolomitico. Purtroppo, tuttavia, constato che i veneti non hanno volontà di dialogare».
Per la verità, è stato lei a rinnovare il ricorso.
«Ma lo sa cosa dicono qui in valle e in Provincia? Che il Veneto vuole annettersi la Marmolada che è nostra e quest’ambizione di Zaia costerà cara alla Lega qui in Provincia. Non è che il presidente Zaia faccia un grande favore al candidato Fugatti. Il 21 ottobre ci sono le elezioni provinciali. Vorrei chiedere a Zaia: perché, a proposito di confini, non lascia ai ladini di Fodom di ritornare nelle loro terre, trasferendo il confine storico?». —
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