Il sindaco di Lamon a fine mandato: «Il rammarico? La chiusura di Boal Santo»
LAMON. «Il mio successore avrà un compito non facile». Ornella Noventa lo sa meglio di chiunque altro a Lamon. Il primo cittadino uscente ha deciso di non ricandidarsi. In questi 40 giorni che separano il paese dalle elezione avrà il tempo di togliersi un’ultima grande soddisfazione, ovvero la firma ufficiale del gemellaggio con la comunità brasiliana di Iomerë dove vivono tanti lamonesi che sono emigrati a fine 1800. Un mandato che si va a chiudere e che la stessa Noventa definisce «complicato e travagliato», segnato dalla vicenda della perdita della concessione – e dei relativi introiti – della centralina di Boal Santo, dalla tempesta Vaia e dalla pandemia che hanno posto un ostacolo dietro l’altro stravolgendo il programma amministrativo della sua maggioranza.
Questo è il momento per tirare le somme: «A differenza di quanto è accaduto quando sono diventata sindaco, assicuro a chiunque mi succederà nella carica che io ci sarò per dare una mano nel passaggio di consegne e informare su tutte le questioni aperte». Poi un primo sguardo al futuro: «Ci sono tante opere in rampa di lancio, ma i quadri economici dei cantieri sono mutati e sono incompatibili con tutti gli aumenti registrati e che ci saranno. Sarà difficile fare quadrare i conti a meno di non trovare ulteriori risorse, altrimenti i bandi rischieranno di andare deserti. Stiamo affrontando un aumento dei costi legati all’energia e questo peserà sul bilancio corrente».
I MIEI CINQUE ANNI
«All’inizio eravamo tutti inesperti, quando abbiamo preso coscienza di come funzionava la macchina comunale è arrivata la tempesta Vaia che ha stravolto il cronoprogramma delle cose da fare. Tante opere che erano in fase di avvio sono state fermate per dare la precedenza agli interventi legati al dissesto idrogeologico finanziati dalla Regione».
Poi è arrivata la pandemia: «Ha reso la gestione della macchina comunale ancora più difficoltosa. Il Comune di Lamon ha inoltre fatto i conti con un massiccio turn-over di personale. Abbiamo avuto pensionamenti di operai e di dipendenti amministrativi. La responsabile dell’Ufficio tecnico è andata a lavorare in Primiero e abbiamo dovuto attendere sei mesi prima di rimpiazzarla. Lascio immaginare cosa voglia dire sei mesi con l’ufficio tecnico senza un responsabile».
Un problema che si ripresenterà: «A fine ottobre andrà in pensione un altro operaio che non potrà essere sostituito perché Lamon non ha i parametri per fare assunzioni nuove».
ENTUSIAMO E IMPEGNO
«Questi cinque anni sono stati un percorso lungo e impegnativo, che ho condotto con entusiasmo, mettendoci tutto l’impegno in base alle mie capacità. Ho costruito tanti bei rapporti all’esterno ricoprendo il ruolo di vicepresidente del Comitato di consiglio di Bacino e sono nel Cale, la Conferenza delle autonomie locali in Regione. Credo che una piccola comunità come Lamon debba guardare oltre il proprio confine e rapportarsi con le altre comunità e con gli enti superiori. Altrimenti non c’è futuro».
IL RAMMARICO Più GRANDE
«È la perdita della concessione della centralina di Boal Santo. Una tegola che mi è capitata come ultima attrice di una vicenda che poteva essere gestita diversamente se solo fossi stata informata della questione. Il danno non è stato fatto a me, ma alla comunità che ha perso dei soldi che poi hanno pesato sulla qualità dei servizi. Un vero peccato. Assieme alla maggioranza abbiamo tentato di tutto e la questione non è ancora chiusa perché c’è una segnalazione alla Corte dei conti».
LA GIOIA
«È stato il viaggio in Brasile, a Iomerë, dove ho capito che non sono stata il sindaco solo chi abita a Lamon, ma anche delle migliaia di lamonesi sparsi nel mondo che amano la loro terra. A fine maggio suggelleremo il gemellaggio con una delegazione che dal Brasile verrà qui per la firma ufficiale».
NO ALLA RICANDIDATURA
«La decisione era presa da qualche mese. Ne ho parlato anche con la squadra che mi ha sostenuto in questi anni e ho deciso di chiudere qui. Ho dei problemi in famiglia che non mi permettono più di ricoprire il ruolo di sindaco con l’impegno che richiede. Torno a fare la maestra a tempo pieno, ma chi verrà dopo di me potrà sempre consultarmi per un parere. Io ci sarò».
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