Il sindaco: «L’Hockey Alleghe non si alleni più sul lago gelato»

"Una goliardata che rischia di provocare emulazione", la società si giustifica: "In quel posto è sicuro"



. «Sono imbestialito, è una goliardata che rischia di provocare emulazione. Ora si impegnino a fare una campagna mediatica per dissuadere dal pattinare sul lago».

Il giorno dopo il mattutino allenamento condotto sul ghiaccio naturale del lago dalla prima squadra dell’Hockey Alleghe, il sindaco del paese, Danilo De Toni, non ha ancora sbollito la rabbia.

Un’emozione, la sua, legata al fatto che la società sportiva non ha rispettato l’ordinanza di divieto di pattinaggio sul lago in vigore ancora dal 2017. «Domenica ero via», spiega De Toni, «quando in serata l’ho saputo sono andato su tutte le furie, ho chiamato l’amministratore delegato, Adriano Levis, e ho espresso il mio disappunto».

Secondo De Toni, infatti, l’allenamento dei giocatori visto, fotografato, filmato da turisti e valligiani può provocare emulazione. Come dire: se lo fanno loro possiamo farlo tutti. «In questa maniera», attacca il sindaco, «rischiano di legittimare un comportamento che invece è vietato dall’ordinanza in vigore dal 2017 e mai decaduta che vieta di pattinare lì. So benissimo che 50-60 anni fa le partite e gli allenamenti si facevano sul lago, ma i tempi sono cambiati e non si può diffondere un messaggio sbagliato che può indurre sia i locali che i turisti a fare un’attività che comporta dei rischi».

«Ho scritto alla società», conclude il sindaco che non parla di sanzioni ma dice di aver segnalato l’accaduto ai carabinieri, «per prima cosa mi aspetto che tutto ciò non accada mai più, per seconda chiedo che si impegnino a divulgare attraverso i media un invito rivolto a tutti a non pattinare sul lago ghiacciato».

Inviti che la società sportiva intende accogliere, precisando tuttavia che la “goliardata” era a fin di bene. «Nessuno voleva calpestare le ordinanze», dice Adriano Levis, ad dell’Hockey Alleghe, «quello che si è fatto lo abbiamo fatto in totale buona fede. Noi pensavamo di fare una cosa carina che fungesse da pubblicità positiva per Alleghe e per l’hockey. E, in questo senso, credo che sia riuscita dal momento che tanta gente, sia turisti che locali, si è fermata tra le 10.30 e le 11.30 a seguire l’allenamento, a fotografare, a incitare. Anche la camminata degli atleti, pattini e stecca in spalla, dallo stadio a Masarè ha avuto un grande impatto scenografico. Una visibilità di cui abbiamo bisogno perché purtroppo, fatta eccezione per le festività, alle partite al De Toni non abbiamo tanto pubblico. Spingere all’emulazione? Macché, abbiamo bisogno che la gente venga a pattinare allo stadio».

Levis sostiene che la società aveva comunque preso le precauzioni prima di mandare gli atleti ad allenarsi in una zona del lago da loro considerata sicura. «Ho 68 anni», dice Levis, «e lì al Masarè non è mai successo niente. Diciamo che è sicura al 99%. Il ghiaccio è fatto da 15 giorni ed ha uno spessore considerevole». «Detto questo», conclude, «il sindaco ha ragione e se mi metto nei suoi panni capisco il suo disappunto. Mi sono scusato anche a nome della società. Non lo faremo più e studieremo iniziative nel senso consigliato». —



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