Il sindaco: «Ma i dollari dello sceicco non fanno schifo»

Il sindaco Da Roit ricorda la visita a Cortina. E i suoi colleghi: «Pessima giornata per l’Agordino»

AGORDO. «Questa è una brutta giornata per l'Agordino: si è impedito a un'istituzione di svolgere il proprio ruolo», «Sono preoccupata, con l'annullamento dell'incontro arriverà ai ragazzi un messaggio devastante», «Sono molto rammaricato per i risvolti negativi e strumentali che qualcuno ha voluto dare ad un'iniziativa in linea con le attività che deve svolgere una scuola dei nostri tempi».

I sindaci di Agordo, Sisto Da Roit, di Taibon, Silvia Tormen, e di Rivamonte, Valter Todesco, si dicono rammaricati di fronte a quanto successo in questi giorni alla scuola media “Pertile” di Agordo che accoglie ragazzi provenienti dai sei comuni della Conca Agordina.

«Sono profondamente avvilito», dice Da Roit «credo sia una sconfitta della civiltà occidentale che riteniamo superiore perché ha elaborato negli anni cultura di libertà e ha fatto della democrazia e del dialogo le sue caratteristiche. Oggi ad Agordo, con il ritiro di una progettualità didattica tesa a far conoscere più culture e più religioni di un mondo sempre più vicino, la libertà di coscienza è stata azzerata». Per Da Roit «il buono e il cattivo sono dovunque anche nelle nostre piccole comunità dove vivono cittadini islamici che non hanno mai dato problemi a dimostrazione che non si può fare di tutta l'erba un fascio». «È la conoscenza delle cose e non l'ignoranza», continua, «che permette di affrontare il futuro con speranza».

Nell'ostilità nei confronti del mondo islamico, il sindaco di Agordo vede anche della schizofrenia. «Ci si appella contro una figura che non sappiamo cosa ci avrebbe raccontato», dice «ma i dollari dei musulmani non ci fanno schifo. Quando è arrivato lo sceicco a Cortina nessuno si è sognato di dire nulla. Perché questa diversa accettazione delle cose?».

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Silvia Tormen. «La scuola è il primo luogo per sperimentare il modo di approcciarsi alle cose», dice «è bene che nella scuola entri il diverso, perché si apprende la capacità di affrontare ciò che non è abitudine quotidiana».

Il sindaco di Taibon non approva la scelta finale della scuola. «Dopo che la scuola ha fatto tutti i passaggi informativi», dice «il fatto che per pressioni politiche e mediatiche si rinunci al progetto è una forma di sottomissione, è un fallimento per i ragazzi che non devono temere la conoscenza e il confronto. Credo, inoltre, che nel censurare un imam si finisca per dargli tanta importanza».

Da Rivamonte arriva solidarietà al dirigente e ai docenti. «Sono solidale per la scelta fatta», dice Todesco «oltre che formare i ragazzi la scuola deve anche informarli e metterli in condizione di capire le altre etnie». (g.san.)

Argomenti:imamscuolaislam

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi