Il sindaco Massaro pensa ad un appalto per lasciare Poste

BELLUNO. Una gara di appalto per trovare un nuovo soggetto che possa recapitare la corrispondenza in provincia di Belluno. È l’idea del sindaco di Belluno, Jacopo Massaro dopo i notevoli disagi che...

BELLUNO. Una gara di appalto per trovare un nuovo soggetto che possa recapitare la corrispondenza in provincia di Belluno.

È l’idea del sindaco di Belluno, Jacopo Massaro dopo i notevoli disagi che si sono creati in questi giorni in seguito all’avvio del nuovo sistema di recapito a giorni alterni. Un sistema messo a punto da Poste Italiane spa per razionalizzare il personale così da poterlo recuperare e impiegare nella sportelleria. Ma in queste prime settimane il servizio alternato si è dimostrato un vero e proprio disastro.

«Ogni giorni ricevo lamentele da parte dei cittadini per il mancato recapito di lettere o quotidiani», racconta Massaro. «Devo ammettere che una situazione del genere non si era mai presentata e a questo punto è giusto dire “basta”».

Il primo cittadino del capoluogo si è mobilitato immediatamente coinvolgendo anche altri comuni. Ma non solo. «Già qualche tempo fa con il Consorzio Bim Piave avevamo parlato dei problemi della consegna postale, ma ora siamo arrivati al culmine. Inoltre», prosegue Jacopo Massaro, «ci sono anche altri enti istituzionali che potrebbero essere interessati a lasciare Poste Italiane e puntare su altri soggetti che possano prestare lo stesso servizio. In giro per l’Italia, infatti, ci sono diverse società private che portano la corrispondenza a casa e lavorano meglio e a minor costo. Quindi a questo punto è venuto il momento di rivolgerci a questi soggetti».

Il sindaco di Belluno pensa quindi ad un bando pubblico dove possano partecipare quanti più soggetti possibili. «Ma la cosa importante è l’estensione del territorio che dovrà essere servito. Per cui più siamo, meglio è. Per questo è necessario aprire un tavolo con le altre amministrazioni comunali ed eventualmente con altri enti così da ampliare il bacino di utenza».

I tempi non saranno certo brevi. «Per un bando ci vorrà almeno un anno, un anno e mezzo», conclude Massaro. «Ma è l’unica cosa da fare per mettere fine a questa situazione che ormai non può più essere sostenuta dai cittadini. Prima si sono chiusi gli uffici postali periferici che erano importanti e svolgevano un ruolo sociale vista la popolazione anziana che vi abita, e ora si offre a questa stessa popolazione un servizio a dir poco scadente. Questo non lo vogliamo».

Il clou del disservizio si è registrato nella frazione di Levego dove la posta non è arrivata per oltre una ventina di giorni.

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