Il sindaco vieta le arrampicate sui Serrai
ROCCA PIETORE. Serrai di Sottoguda: il sindaco vieta l’arrampicata sulle pareti di ghiaccio esposte a sud. «Sono quelle più irradiate dal sole e quindi più a rischio di cedimenti. Il provvedimento è pensato per tutelare l’incolumità pubblica».
Dopo l’incidente occorso domenica a un 22enne della Val Gardena, rimasto gravemente ferito alla testa a causa di un grosso blocco di ghiaccio staccatosi dalla parete di ghiaccio che stava scalando, il sindaco Andrea de Bernardin è corso immediatamente ai ripari e martedì scorso ha emesso un’ordinanza con la quale vieta le scalate sulle pareti di ghiaccio esposte a sud lungo i Serrai di Sottoguda.
Sono centinaia gli appassionati che ogni giorno, quando le pareti a strapiombo della famosa e affascinante forra tra Sottoguda e Malga Ciapela sono coperte di ghiaccio, frequentano la zona per dedicarsi all’arrampicata sportiva. Un’attività che sta prendendo piede anno dopo anno e che qui, tra i Serrai, trova un luogo particolarmente adatto, sia per la conformazione delle pareti rocciose che per la bellezza del luogo. Sono diverse, infatti, le cascate ghiacciate alimentate dalle innumerevoli cascatelle di acqua che scendono dalle rocce e si gettano nel Rio Pettorina che scorre sul fondo della forra. La più famosa è quella detta “della Cattedrale”, un’estesa parete alta diverse decine di metri, dove domenica scorsa stava arrampicando lo sfortunato giovane altoatesino. Il clima particolarmente rigido della zona, poco soleggiata, permette al ghiaccio di conservare a lungo una certa consistenza. Ma quando la stagione comincia ad avanzare, anche qui i repentini rialzi termici fanno sentire i loro effetti, causando improvvisi cedimenti del ghiaccio con crolli di lastroni o blocchi. Questo in particolare lungo le pareti esposte a sud, ovvero quelle sulla sinistra orografica del Rio Pettorina.
Da qui l’ordinanza del sindaco De Bernardin, che da martedì scorso le ha vietate alla pratica dell’arrampicata. Sarà possibile, invece, continuare l’attività sulle pareti esposte a nord. L’ordinanza parla di salvaguardia dell’incolumità pubblica per il sottostante passaggio pedonale. Ma il sindaco non fa mistero che il provvedimento sia una conseguenza dell’incidente di domenica scorsa. Come spiega lo stesso De Bernardin. «Abbiamo valutato che quelle a sud sono le pareti in questo momento più a rischio di crolli. L’ordinanza avrà effetto fino al disgelo delle pareti. Credo, infatti, che da qui a una ventina di giorni non si potrà più arrampicare nei Serrai. Comunque», ammonisce, «chiunque si appenda con una piccozza a una parete di ghiaccio sa che può andare incontro a pericoli. Nel caso specifico penso che il giovane gardenese sia stato piuttosto sfortunato».
Chi arrampica sulle pareti dei Serrai lo fa a proprio rischio e pericolo. Non ci sono infatti evidenti responsabilità di terzi – come conferma il sindaco - in quanto si tratta di una libera attività sportiva fatta aldifuori di strutture organizzate. E anche l’ordinanza, alla fine dei conti, può servire più che altro di monito. Come quelle che vietano lo sci fuori pista. L’incidente di domenica si è verificato poco prima di mezzogiorno quando il giovane scalatore 22enne di Santa Cristina, si trovava a una quindicina di metri d’altezza. Dopo aver lanciato l’allarme al 118, i compagni di arrampicata hanno raggiunto il ragazzo, rimasto sospeso privo di sensi a 7-8 metri dalla base, per poi calarlo alla base della cascata. Sul posto si sono portati i tecnici del Soccorso alpino della Val Pettorina. Il personale medico dell’eliambulanza ha prestato le prime cure al giovane, che è stato poi imbarellato e trasportato dai soccorritori del Cnsas, con la motoslitta, a Malga Ciapela, dove è stato imbarcato dall’eliambulanza e trasportato all’ospedale di Bolzano in stato di semincoscienza.
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