Il soccorso alpino a caccia di una sede per i volontari

La stazione Cnsas è al lavoro con il Comune per risolvere il problema dei mezzi dislocati in più posti

Val di Zoldo

Sull’apertura della stagione sciistica grava un grosso punto di domanda ma una certezza c’è: la preparazione del soccorso alpino.

La stazione Cnas Val di Zoldo ha infatti portato a termine una intensa attività addestrativa sugli impianti, «premesso», sottolinea il capostazione Gianni De Rocco, «che il soccorso alpino Val di Zoldo ha stipulato una convenzione con la società Val di Zoldo funivie per interventi in “ambienti ostili”, cioè al di fuori delle piste battute, ed evacuazione di emergenza degli sciatori in caso di anomalie agli impianti».

Venerdì 11 dicembre è stata effettuata così una simulazione di evacuazione sulla cabinovia che porta a Pian del Crep.

Domenica 13 dicembre si è volta un’altra esercitazione di stazione per evacuazione su seggiovia alla quale ha partecipato la quasi totalità dei volontari. E ancora: venerdì 18 dicembre, in occasione del periodico collaudo della seggiovia Cristelin, presidiata dagli ispettori della motorizzazione regionale , è stata effettuata la prova ufficiale di evacuazione su due campate con cronometraggio dei tempi di intervento. Sabato 19 dicembre, all’eliporto di Campo, è stata effettuata quindi la esercitazione semestrale con elicottero con prove di imbarco e sbarco in hovering e calata e recupero con verricello.

Un significativo impegno addestrativo dunque per i volontari del soccorso alpino Val di Zoldo, che proprio il 18 dicembre hanno celebrato la tradizionale assemblea di fine anno della stazione, con all’ordine del giorno anche le votazioni per il rinnovo del direttivo per il prossimo triennio. Sono state riconfermate le cariche uscenti, con capo stazione Gianni De Rocco e vice capo stazione Luisa De Zaiacomo.

Durante l’assemblea si sono tirate le somme della stagione estiva, che ha visto impegnati i volontari zoldani in 16 interventi, evidenzia Gianni De Rocco, per buona parte dovuti alla poca preparazione di improvvisati escursionisti ed effettuati in gran parte nel periodo serale o notturno.

In altri 15 interventi la stazione Cnsas zoldana ha operato in collaborazione con l’equipaggio dell’elicottero del Suem per il recupero di infortunati ma anche, spesso, di escursionisti illesi in preda a sfinimento o finiti fuori dagli itinerari tracciati.

Ma in assemblea si è parlato anche del problema di trovare una sede unica per la stazione. «Ad oggi, attrezzature e mezzi sono dislocati in ben quattro sedi separate», spiega De Rocco, «e ciò, oltre ad influire sui tempi di intervento, non favorisce l’aggregazione della stazione soprattutto in mancanza di un locale dove ritrovarci periodicamente. L’amministrazione comunale sta collaborando con la stazione per la ricerca di un locale adeguato in attesa di un futuristico progetto che potrebbe risolvere i medesimi problemi del gruppo protezione civile e del gruppo volontari del sangue che gestisce il servizio ambulanze di Forno».

Il capo stazione De Rocco non nasconde intanto la preoccupazione per la situazione della stagione invernale alla luce delle limitazioni anti Covid: «I gestori degli impianti sciistici saranno costretti a limitare l’afflusso favorendo una emigrazione verso le attività di scialpinismo ed escursioni con le ciaspole, purtroppo spesso affrontate con superficialità ed poca preparazione». —

Argomenti:soccorso alpino

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi