Il soccorso alpino cittadino onorario di Cortina

È la prima località in Italia a conferire la cittadinanza onoraria al Soccorso. Dellantonia: «Un segnale che speriamo venga ripreso da altre istituzioni»

CORTINA. Il Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico è cittadino onorario di Cortina.

All'unanimità, ieri il consiglio comunale (riunitosi eccezionalmente in piazza Angelo Dibona) ha votato per il conferimento ufficiale. Il sindaco Andrea Franceschi ha consegnato il campanile in bronzo simbolo della Conca ampezzana ed una pergamena al presidente del Cnsas, Maurizio Dellantonio. Gremita la piazza di giubbe rosse e nere dei soccorritori, ma tante anche le autorità civili e militari intervenute.

Ad allietare la cerimonia il Coro Cortina, che ha cantato alcuni brani di montagna.

«Grazie, grazie e ancora grazie», con queste parole Franceschi ha consegnato la cittadinanza al Soccorso.

«Il legame fra Cortina ed il Soccorso alpino è stretto e parte da lontano», ammette Franceschi, «il Soccorso alpino è composto da degli angeli, i nostri angeli custodi. Dal 1954, quando è nato il Corpo nazionale, alla fine del 2015, il Cnsas ha visto impegnate oltre 744 mila persone in oltre 144 mila missioni che hanno soccorso e salvato più di 160 mila persone. Sono numeri straordinari che spiegano l’eccezionalità dell'impegno dei soccorritori. Uomini e donne disposti a mettere a rischio la loro vita per salvare quella degli altri».

Il Soccorso a Cortina inizia ad intervenire nel 1902 ed il legame con il territorio e la comunità diventa sempre più stretto. «Con il Soccorso abbiamo tanti bei ricordi», ammette Franceschi, «come la realizzazione della nuova sede a Cortina, l'apertura della scuola intitolata a Falco; ma abbiamo anche vissuto momenti difficili. Quel maledetto 22 agosto del 2009 è ancora vivo in tutti noi. L'elicottero di Falco si schiantò al suolo a Rio Gere e persero la vita Dario De Felip, Fabrizio Spaziani, Marco Zago e Stefano Da Forno. Io di quel giorno ricordo il silenzio surreale a Rio Gere, mentre tutti ci chiedevamo perché. Abbiamo vissuto poi la tragedia sul Pelmo dove sono morti Alberto Bonafede e Aldo Giustina. Tragedie e momenti difficili», conclude, «che ci fanno capire cosa significa il ruolo del soccorritore. La loro attività parte dal loro grande cuore. Sono disposti a mettere a repentaglio la loro vita per quella degli altri. La cittadinanza che noi diamo è un premio al loro coraggio, al loro sacrificio, alla loro generosità».

Emozionato, ha ritirato il conferimento Dellantonio.

«Questo è un riconoscimento dato ad un Corpo che svolge quotidianamente ed in silenzio un servizio fondamentale e talvolta esclusivo a favore di tutti coloro che sono in difficoltà in montagna ed in grotta», dichiara, «il nostro è un lavoro silenzioso, reso su tutto il territorio nazionale da oltre 7 mila fra donne e uomini che chiedono solo fiducia e sostegno per essere costantemente motivati. La cittadinanza di Cortina è un segnale che mi auguro venga ripreso da altre istituzioni. Stiamo aspettando dallo Stato risposte concrete per pochissime richieste che abbiamo avanzato. Siamo sulla strada giusta per ottenerle».

Dal Governo è arrivato un messaggio del premier Matteo Renzi e dell'onorevole Roger De Menech.

«Manifestiamo stima verso il Soccorso», hanno scritto, «che riesce ad intervenire nelle situazioni di pericolo salvando vite umane. Un apprezzamento anche a Cortina per la pregevole iniziativa».

«Noi ci sentiamo più sicuri», sottolinea la presidente della Provincia, Daniela Larese Filon, «sapendo che ci sono gli uomini del Soccorso sempre pronti ad intervenire».

Dalla Regione, è salito a Cortina, Gianpaolo Bottacin, assessore alla Protezione Civile, che ha voluto ricordare la tragedia di Falco e la polemica che nacque con la concomitanza fra i festeggiamenti che il 25 agosto del 2009 si tenevano ad Auronzo per il riconoscimento dell'Unesco alle Dolomiti, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e i funerali a Belluno dell'equipaggio di Falco, deceduto nell'incidente del 22 agosto. Franceschi non andò ad Auronzo. Bottacin, che all'epoca era presidente della Provincia, andò; ma con il gonfalone a lutto.

«Un veneto su 5», ricorda Bottacin, «fa volontariato: vanno ringraziati tutti. Ma chi parte da casa, dove magari lascia la moglie e i figli piccoli, e non sa se vi potrà far ritorno, va ringraziato di più. Cortina ha voluto riconoscere con un atto formale la valenza del Soccorso e credo sia una gesto che torva l'appoggio di tutti. I soccorritori sono sempre presenti, sono per la maggior parte volontari, e ci proteggono». La festa di ieri è terminata al rifugio in Faloria, dove i soccorritori sono saliti in funivia, per un pranzo in compagnia.

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