Il Soccorso alpino potrà localizzare i telefonini cellulari
BELLUNO. Il Soccorso alpino è autorizzato a utilizzare tecnologie finalizzate alla geolocalizzazione dei telefonini cellulari delle persone disperse in montagna o infortunate, anche senza il permesso di queste ultime.
A sancirlo, con uno specifico provvedimento datato 22 gennaio 2015, è stato il Garante della Privacy, chiamato a valutare la compatibilità di tali procedure di soccorso con il vigente codice in materia di protezione dei dati personali.
L’acquisizione di dati del telefonino (le tecnologie attuali consentono di procedere alla geolocalizzazione dei soli smartphone) è consentita comunque «soltanto per salvaguardare la vita o l’integrità fisica delle persone disperse o infortunate», si legge nel dispositivo del Garante, «e, pertanto, solo quando siano state attivate formalmente le ricerche di tali soggetti da parte delle centrali operative 118 e 115 o dall’autorità di pubblica sicurezza preposta».
I dati raccolti dal Cnsas, del resto, «riguardano solo la posizione geografica del terminale della persona e non i dati relativi al traffico telefonico o altri dati non pertinenti».
Tecnologie che devono essere «attivate sull’apparecchio della persona dispersa o infortunata in modo da abilitare le funzionalità di trasmissione delle coordinate Gps, ovvero l’invio di sms contenenti le coordinate delle stazioni radio base visibili dal terminale, unicamente per il tempo necessario alla localizzazione dell’apparecchio telefonico e che tali invii siano inibiti una volta realizzato l’intervento di soccorso».
Sistemi di tracciamento che non richiedono l’intermediazione dell’operatore telefonico e, quindi, consentono di rendere ancora più rapide, efficienti e precise le operazioni di soccorso. (ma.ce.)
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