Il Soccorso Alpino sulla morte del 22enne di Belluno: «I due fratelli hanno agito con giudizio»

Selenati (Cnsas): il rischio zero non esiste. Il presidente regionale raccomanda comunque prudenza

BELLUNO. «In montagna il rischio zero non esiste». Rodolfo Selenati, presidente regionale del Soccorso Alpino, spegne ogni dibattito sull’incidente avvenuto sabato sulla Tofana, dove ha perso la vita il giovane bellunese Tommaso Redolfi. Il ragazzo, 22 anni, appena laureato ingegnere, era impegnato in una discesa dalla Tofana di Rozes, quando una valanga di neve e ghiaccio se lo è portato via, sotto gli occhi del fratello che si trovava più in alto. Grande dolore e cordoglio a Belluno, tra gli amici del liceo Lollino e dello sci club di Ponte nelle Alpi, che si sono stretti attorno alla famiglia, ai genitori e al fratello.

Il soccorso alpino «La cautela deve esserci sempre, io la predico in continuazione», dice Selenati, «ma l’imprevedibile e l’imprevisto possono capitare, purtroppo. I due fratelli hanno affrontato la giornata con giudizio, molto più di quello che abbiamo visto in altre circostanze, sono partiti alle 4 del mattino e hanno fatto tutto secondo le regole della sicurezza in montagna. Ma anche quando le condizioni meteo sono perfette e il nostro comportamento è prudente, l’imprevisto può comunque verificarsi e in questo momento penso solo al dolore dei suoi genitori».



Le insidie della montagna sono molteplici, a seconda delle stagioni, e la primavera ha la particolarità di rendere instabile il manto nevoso: «Con i primi caldi la neve inizia a cedere già tra le 8 e le 10 del mattino. Si creano fratture sul manto nevoso, che si stacca dal terreno e scivola a valle. Inoltre in primavera sono più frequenti anche i distacchi di rocce e i crolli. Quello dell’erosione è un fenomeno che c’è sempre sulle Dolomiti a causa della loro natura e del fatto che viene a mancare il legante del permafrost».

Ma la primavera è spesso anche il momento in cui si torna a fare attività fisica e molti sono fuori forma: «Siamo stati tutti chiusi in casa per circa due mesi», ricorda Selenati, «e siamo tutti fuori forma. Prima di tornare in montagna è opportuno fare un check up, soprattutto le persone che hanno una certa età, e allenarsi seriamente. È chiaro che adesso che siamo tornati liberi dopo un lungo periodo di fermo abbiamo voglia di tornare subito in attività, ma questo è anche un momento carico di pericoli e si rischia di azzardare più del solito».

I consigli. Le raccomandazioni del Soccorso Alpino sono sempre le stesse, ma vale la pena ricordarle: «Prepararsi fisicamente, pianificare bene l’itinerario che si vuole percorrere e capire se è compatibile con le proprie capacità fisiche, e naturalmente consultare attentamente i bollettini meteo. Per i neofiti della zona è opportuno anche telefonare al Cai per informarsi sullo stato dei sentieri, oppure chiedere in paese prima di iniziare l’escursione».

La preoccupazione del Soccorso Alpino per questa ripresa dell’attività dopo una lunga quarantena, comunque, è forte: «Ieri (sabato, ndr) è stata una giornata campale per noi», osserva Selenati. «Il nostro auspicio è che non succeda più».

Nel frattempo anche il Cnsas può tornare alla normalità: «In questo periodo siamo stati chiamati a sostenere le persone che vivono in zone disagiate, portando loro la spesa o ciò di cui avevano bisogno. Ora possiamo finalmente partire con la formazione sanitaria dei volontari, perché ogni persona soccorsa va trattata come potenziale fonte di contagio Covid, quindi è cambiato moltissimo anche il modo di salvare le persone in montagna e continuerà così a lungo. Stiamo organizzando i corsi che partiranno a breve».

I funerali di Tommaso si terranno in forma privata, dopo la cremazione il giovane riposerà nel cimitero di Prade. I genitori Marco e Sara hanno deciso che le eventuali offerte andranno al soccorso alpino e al Suem 118. —
 

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