«Il sociale è la nostra priorità altrimenti saltano i servizi»
BELLUNO. «È necessario che da parte di tutti gli enti e le istituzioni locali ci sia l’assunzione convinta della precedenza prioritaria dell’area delle attività e dei servizi socio-sanitari rispetto ad altre, pur importanti, aree di amministrazione e di servizi ai cittadini. Solo così si potrà avviare dei progetti strategici, nel medio periodo, per rendere sostenibile il sistema integrato territoriale di interventi e servizi socio sanitari e sociali, puntando alla loro riqualificazione in termini di efficienza, qualità ed efficacia».
È questo l’appello che arriva direttamente dalla Conferenza dei sindaci dell’Usl 1 costretti a fare i conti con la carenza ormai cronica di risorse. Un appello che trova le sue motivazioni nella riduzione delle risorse e nei vincoli di finanza regionale e locale. La legge di stabilità per il 2016, infatti, ha previsto ulteriori consistenti riduzioni delle risorse e dei trasferimenti a disposizione di Regioni, Province e Comuni e comporta penalizzazioni degli enti virtuosi. Così «da rischiare di compromettere servizi essenziali, compresi quelli previsti dai Livelli essenziali di assistenza sanitari, socio sanitari e sociali e introducendo rischi di pregiudizio per la salute e il benessere delle persone fragili e della popolazione in generale», dice la Conferenza. Inoltre, si registra il venir meno o la consistente riduzione di importanti trasferimenti da privati quali Fondazioni bancarie e Consorzio Bim. Per poter continuare a gestire il sociale è necessario, quindi, che il Fondo sanitario aziendale sia stabile così come le risorse del Fondo per la non autosufficienza e che sia riconfermato il Fondo indistinto alle Usl, per finanziare le funzioni a carico della spesa sociale dei Comuni.
In tale prospettiva, già dal 2017 si prevede un aumento della quota capitaria a carico dei comuni, a fronte di un indebolimento della capacità di compartecipazione delle persone e delle famiglie. Basti considerare che sono sempre di più le persone esenti: si parla, nell’Usl 1, di 85 mila esenti da ticket, una somma elevata che a lungo andare sarà difficile gestire. Per questo dai sindaci si alza anche l’appello affinché al più presto vengano stabiliti i criteri per definire le soglie di congruità dell’Isee per l’accesso ad alcuni interventi di carattere regionale (per le impegnative di cura domiciliare) e anche locale (l’Isee del nucleo familiare).
A fronte di questa ridotta capacità delle famiglie di contribuzione si aggiunge che dal primo gennaio 2017 dovrebbe prendere avvio la piena applicazione di quanto previsto dalla Dgr 740 che prevede il pagamento di una quota per i servizi di comunità alloggio e gli appartamenti protetti. (p.d.a.)
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