Il tassista Lauro torna in libertà
Uno dei cinque indagati per il rogo della pizzeria era ai domiciliari
PIEVE DI CADORE. Il tassista è tornato in libertà. Quella di Giuseppe Lauro era l’ultima posizione da riesaminare, nel fascicolo aperto dalla procura per l’incendio con esplosione della pizzeria “Mordi e fuggi” di aprile, a Pieve di Cadore.
Il 57enne napoletano era agli arresti domiciliari, dopo un primo periodo di carcerazione a Baldenich insieme al principale indagato Fabio Laritonda, e da venerdì è libero. L’unica misura da osservare è l’obbligo di firma una volta al giorno, alla stazione dei carabinieri di Pieve di Cadore, tranne la domenica.
Fin dai primi momenti delle indagini coordinate dal pubblico ministero Paolo Sartorello, l’uomo ha respinto tutti gli addebiti, che gli venivano mossi e l’altro ieri il suo nuovo difensore Giulia Munerin ha ottenuto la liberazione. Nella notte tra il 23 e il 24, ha sempre detto di aver dato un passaggio a Laritonda fino a via XX Settembre e di essersene andato, alla ricerca di altri clienti, malgrado fossero passate le 3.30. Di sicuro, è tornato indietro, tanto è vero che figura tra i primi soccorritori di Pasquale Ferraro, ustionato e fratturato sull’asfalto della strada davanti al negozio.
La decisione del tribunale del Riesame di Venezia è arrivata a ruota di quella relativa alla scarcerazione del gestore del locale Alessandro Piccin e all’annullamento dei domiciliari per Luigi Zanettin: entrambi sono di nuovo liberi e in grado di occuparsi dell’idrotermica omonima e di tornare al lavoro, a Longarone: «Il prossimo passo sarà chiedere anche il venir meno dell’obbligo di firma», anticipa Munerin, «ha bisogno di tornare a lavorare, anche perché ha una famiglia da mantenere».
(g.s.)
Argomenti:esplosione pieve di cadore
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