Il telefono squilla ma ora l’avvocato vuole tutti i danni
Il gestore telefonico ha riparato il guasto allo studio legale Moretti: «Chiederò 300 euro per ciascuno dei trenta giorni»
BELLUNO. Il telefono, la voce dell’avvocato. Ai tempi di Carosello, c’era uno slogan pubblicitario che non suonava proprio così, ma questa nuova versione potrebbe andare bene, vista la vicenda. Lunedì Telecom ha riparato il guasto che impediva allo studio legale Moretti di ricevere chiamate.
È passato un mese dalla segnalazione del disservizio e, a partire da giovedì scorso, era entrato in vigore il provvedimento d’urgenza del giudice Velo del Tribunale di Belluno, che condannava il gestore telefonico a pagare una penale di 300 euro per ciascun giorno di silenzio. In tutto, farebbero 1.200, ma il titolare dello studio Massimo Moretti non può accontentarsi, con tutto quello che può aver perso in un periodo di tempo notevole.
Ritiene di aver subito un danno, sia dal punto di vista materiale che dell’immagine per delle chiamate mai ricevute, che possono averlo fatto passare anche per maleducato, nel momento che la linea cadeva senza nemmeno un accenno di risposta dagli uffici di piazzale Mazzini: «Un danno che, naturalmente, non posso essere in grado di quantificare, ma a questo punto ho deciso di chiedere che i 300 euro vengano estesi a tutti i giorni della durata del disservizio, per un totale di 9 mila euro. Solo se non dovessi essere accontentato dal gestore telefonico, mi vedrei costretto ad avviare una causa civile, per la quale avrei senz’altro delle buone ragioni da portare avanti».
Una soluzione questa, che tutti sperano di poter evitare, tenuto conto del fatto che, sebbene con un certo ritardo, la situazione è tornata alla normalità e lo studio ha potuto cominciare a contare sul consueto monte quotidiano di telefonate. Fino a venerdì scorso, invece, l’unica possibilità era rivolgersi a un numero di cellulare, che non tutti sono in grado di avere: «Lo faremo mettere sulla carta intestata, per evitare che possano ripetersi altri inconvenienti di questo tipo. Nel periodo di silenzio, ci abbiamo senz’altro rimesso, anche perché sia io che il collega Garlet siamo stati di turno per gli atti urgenti. Qualche difesa d’ufficio può esserci scappata senza che lo sapessimo, ma dev’essere stato sgradevole anche per i nostri clienti abituali il non riuscire a comunicare nella maniera più semplice, il trovare sempre occupato o avere la sensazione di un interlocutore che non ha voglia di rispondere, e di conseguenza mette giù. Ecco perché abbiamo deciso di tutelarci nell’unica maniera possibile, favoriti anche dal fatto di conoscere le norme».
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