Il tema “Longarone fiere” al centro del dibattito: «Il Cda si tagli i compensi»
LONGARONE
La situazione di “Longarone fiere”, con la chiusura forzata che ha causato delle perdite economiche, arriva sotto la lente della minoranza che ha chiesto in consiglio di conoscere lo stato dell’arte dell’ente partecipato.
«Il settore fieristico italiano e internazionale è in affanno perché duramente colpito dalla crisi Covid», afferma il consigliere Antonio Romanin, « “Longarone fiere” ha dovuto cancellare o rinviare diversi importanti appuntamenti. È un momento difficile e per questo sarebbe opportuno un gesto di responsabilità come la richiesta di riduzione dei compensi degli amministratori del cda dell’ente. Chiediamo quindi notizie più precise sulla situazione, ribadendo ancora una volta la nostra richiesta di maggiore trasparenza portando anche in consiglio la relazione annuale finanziaria e gestionale delle fiere e di tutte le partecipate del Comune».
«Indubbiamente lo stop forzato è stato un colpo durissimo», risponde il sindaco Roberto Padrin, «si calcola infatti che l’indotto di una fiera su tutto il territorio sia di dieci volte le risorse investite. La cancellazione delle tre rassegne primaverili ha portato una perdita stimata in 200mila euro ma, per fortuna, il polo longaronese ha dei vantaggi rispetto ad altre fiere italiane che sono ancora più in crisi. C’è infatti meno legame con i mercati internazionali e inferiori costi fissi, anche grazie ai mutui rinegoziati degli stabili che hanno fatto risparmiare più di 600mila euro in due anni. Si può certo richiedere il taglio dei compensi del cda ma questo è già stato ribassato da tempo e lo stesso presidente svolge anche la funzione di amministratore delegato senza oneri aggiuntivi. Ora si attendono le liquidità promesse dal governo», continua Padrin, «con la rete delle fiere italiane di cui Longarone fa parte. Il personale finora ha usufruito di ferie e cassa integrazione e quindi si sta assorbendo il colpo, pronto per una ripartenza a settembre che sarà tra le prime in Italia. Ci sarà il recupero di Agrimont e poi una serie di eventi autunnali come il “festival delle foreste”, “Dolomiti show” ed “Arredamont”. Unica incognita per ora è la Mig. Ho già convocato i soci, c’era anche l’ipotesi di chiudere per tutto il 2020 ma si è scelto di essere ottimisti. Le preoccupazioni ci sono e la situazione deve essere costantemente monitorata ma finora si sta reagendo bene e le prospettive sono buone». —
enrico de col
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