Il traffico di clandestini coinvolge il Bellunese
Una denuncia anche nel Bellunese per favoreggiamento dell’immigrazione illegale, nell’ambito di una vasta operazione della Polizia di Stato di Pordenone, scattata ieri con un arresto e perquisizioni nelle province di Pordenone, Treviso e appunto Belluno. Tra gli indagati c’è una cittadina di origine ghanese e residente a Sedico.
La Polizia ha smantellato un gruppo criminale transnazionale dedito all’introduzione di cittadini africani, previa falsificazione di documenti. Arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione illegale pluriaggravato Ben Nketia, 30 anni originario del Ghana, incensurato, operaio in un mobilificio della provincia di Pordenone. È ritenuto dagli inquirenti la mente della banda. Con lui risultano indagati a vario titolo altri quattro ghanesi, tra cui A.C.B., domiciliata a Sedico, regolarmente soggiornante in Italia (in possesso di permesso per lavoro subordinato). Due sono residenti a Pordenone e il quarto abita nel Trevigiano a Gaiarine.
L’indagine della squadra mobile ha interessato la comunità ghanese di Pordenone, individuando una persona in grado di far giungere dall’Africa connazionali privi dei requisiti di ingresso, falsificando i documenti, dai visti ai passaporti. Il tariffario era di 6 mila euro, escluse le spese per il viaggio aereo.
I pagamenti illeciti venivano effettuati tramite i circuiti internazionali di transfer-money, somme – sempre secondo quanto emerso dalle indagini – che venivano autoriciclate in Ghana attraverso investimenti immobiliari.
Si è quindi delineato un sodalizio ben strutturato e articolato, operante da almeno due anni. In pratica, per gli inquirenti si era di fronte a una vera e propria tratta di persone sulla rotta Accra-Istanbul–Bologna, ma anche Parigi o Amsterdam, oltre che aeroporti dislocati in altri paesi dell’Unione Europea.
Il Giudice per le indagini preliminari nella propria ordinanza cautelare ha precisato come «da due anni sia organizzato l’ingresso in Italia, in Germania o altri paesi del Nord Europa, di connazionali dal Ghana, collaborando con almeno un complice in Ghana nel gestire a fine di profitto un traffico di esseri umani che per quanto non desti allarme provocato dai viaggi attraverso il Sahara e via mare tramite i tristemente noti barconi, essendo riservato a coloro che si possono permettere un trasporto via aerea, desta ugualmente se non maggiore motivo di censura, rappresentando un traffico più sofisticato e di alto livello criminale, con falsificazione di documenti e ramificato in tutta Europa».
La Procura della Repubblica di Pordenone, titolare dell’inchiesta, ha disposto la perquisizione dell’abitazione del titolare di una ex agenzia di viaggi e sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi passaporti di nazionalità ghanese e patenti di guida italiane, verosimilmente documenti contraffatti con foto di persone di origine africana e indiana. Trovati anche pacchi e buste di corrieri internazionali, con recapiti da e verso il Ghana, utilizzati per consegnare i documenti falsi alle persone da introdurre illegalmente in Italia.
Nei confronti dei ghanesi indagati, il questore di Pordenone Marco Odorisio ha fatto avviare dall’Ufficio immigrazione la procedura di revoca del permesso di soggiorno e per un quinto indagato, che nel frattempo aveva ottenuto la cittadinanza italiana, il questore ha disposto l’avvio del procedimento per la decadenza dalla stessa. —
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