Il trans approfitta del cliente incapace e gli spilla i risparmi
BELLUNO. Il trans gli prosciuga il conto. Tra un’operazione e l’altra - con il bancomat o la carta di credito - l’estratto della banca di fiducia parla di qualcosa come 30 mila euro. Un feltrino domiciliato a Sedico la chiamava con il nome d’arte di Alessia e quasi sicuramente sapeva che quella compagna occasionale di qualche minuto per serata, nel parcheggio di una multinazionale bellunese era stata un maschio, fino a pochi anni prima. Ma lui aveva tanto bisogno di qualche coccola, neanche di rapporti sessuali completi e gli andava benissimo così.
Probabilmente gli piaceva parecchio quel tatuaggio a forma di farfalla alloggiato su una coscia o magari la tinta rossa dei capelli, molto più lunghi di una volta. Mani e piedi non sono proprio un trionfo di femminilità? Soltanto dettagli, come l’immancabile pomo di Adamo, che passano in secondo o terzo piano, di fronte a un bisogno di affetto, che evidentemente le donne che conosce non soddisfacevano per niente. Di qui, la necessità di dover pagare quegli incontri clandestini, che fra l’altro non si svolgevano nemmeno in appartamento o in hotel, ma direttamente sotto le stelle. Quel po’ di discrezione era garantita - si fa per dire - solo dai cristalli dell’autovettura. Il guaio è che il ventisettenne palermitano M.L. approfittava non solo della sua bontà d’animo, ma anche di una chiara incapacità d’intendere e di volere. Quando si vedeva consegnare la carta magnetica, il trans non mancava di prelevare il massimo dei soldi consentito e, a un certo punto, ci sarebbe stato anche il pericolo di dover vendere la macchina, per saldare i debiti. La stessa automobile, che era il teatro di quei fugaci rapporti amorosi.
Il siciliano diventato siciliana per via chirurgica è a processo per circonvenzione di persona incapace, per di più continuata e viene difeso dall’avvocato feltrino Enrico Tiziani. La Procura della repubblica gli contesta di aver approfittato della situazione palesemente di disagio della vittima, che sarebbe ravvisabile anche da parte di una persona che non ha specifiche competenze in materia. Insomma, sarebbero del tutto evidenti le sue condizioni e non ci vuole per forza un medico per rendersene conto. Per il resto, non ci sono altri reati da raccontare, per esempio gli atti osceni in luogo pubblico. Semplicemente perché non ci sarebbero stati.
Quella di ieri mattina, nell’aula Piero Pajardi al primo piano del tribunale di Belluno era soltanto un’udienza di smistamento, utile a sentire le richieste dell’accusa rappresentata dal pubblico ministero Gianluca Tricoli e della difesa Tiziani. A quel punto, il giudice Antonella Coniglio doveva fissare la prima udienza e ha scelto il 23 gennaio dell’anno prossimo, alle 11, sullo stesso banco degli imputati.
È possibile che venga nominato un consulente tecnico da parte della difesa, che potrebbe essere chiamato a dimostrare l’incapacità d’intendere e volere della parte offesa, mentre non mancherà sicuramente l’esame dell’imputato, anzi a questo punto dell’imputata. Il processo si annuncia abbastanza complicato e quella dell’anno nuovo sarà soltanto la prima puntata.
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