Il turismo rende più ricche le terre alte
BELLUNO. In provincia aumentano il numero dei contribuenti (159.780) e l’imponibile complessivo prodotto in provincia (3.155.857.666 euro), ma al tempo stesso cresce il divario tra i redditi da lavoro dipendente (20.776 euro medio pro capite) e quelli da lavoro autonomo (dai 22.636 euro dei commercianti e artigiani ai 37.504 euro degli imprenditori, fino ai 43.355 euro dei lavoratori autonomi). Questo si evince dall’analsi effettuata dallo Spi Cgil bellunesi sui dati resi noti qualche giorno fa dal Ministero dell’Economia e finanza.
«In provincia», precisa Renato Bressan, segretario dei pensionati della Camera del lavoro, «il reddito medio del 2017 sull’anno di imposta 2016 ammonta a 20.138 euro, una somma inferiore rispetto al Veneto (21.055 euro), ma anche alla media nazionale (20.212 euro). Tutto questo è causato dal blocco della contrattazione collettiva, dall’effetto della cassa integrazione (leggermente aumentata nel 2016), ma anche dall’aumento del precariato e dall’uso dei voucher».
Lo studio dello Spi (che da giovedì sarà in rete sul sito interattivo del sindacato) divide anche i redditi delle terre alte da quelli delle terre basse. E i dati emersi sono interessanti. «L’imponibile medio delle terre alte (Cadore, Comelico, Alto e Basso Agordino, Alpago e Zoldano) è cresciuto negli anni dell’1% netto. E, badate bene, si tratta di un 1% di ricchezza reale accumulata. A nostro avviso, ciò è da imputare al momento felice attraversato dal turismo, che ha effetti positivi sull’economia di queste località».
Per contro, lo spopolamento che caratterizza la montagna bellunese ha portato alla diminuzione del numero dei contribuenti. Nello specifico, in Comelico i contribuenti sono passati dai 5.806 del 2015 ai 5.786 del 2016 con un imponibile che è salito da 97.100.632 euro a 97.329.076 euro. Dati in crescita anche in Cadore, dove i contribuenti sono passati da 21.773 a 21.766 e l’imponibile da 427.670.936 a 435.804.791 euro. Unica voce fuori dal coro quella del basso Agordino, dove, oltre alla popolazione attiva, è in calo anche l’imponibile (da 161.527.642 euro a 157.599.727 euro). «Il motivo è presto spiegato: qui non ci sono tanti comuni turistici. E il calo maggiore si è evidenziato proprio ad Agordo», commenta Bressan. .
In controtendenza l’Alpago dove, con l’aumento dei contribuenti (dai 7.317 del 2015 ai 7.443 del 2016), si registra anche la crescita dell’imponibile (da 133.947.745 a 136.750.405 euro). Trend in crescita anche per le cosiddette terre basse: nella Valbelluna-Longaronese i contribuenti sono passati da 67.200 a 67.500 e l’imponibile da 1,409 miliardi a 1,421 miliardi; nel Feltrino la popolazione che produce reddito è passata da 38.788 a 38.813 e l’imponibile da 709 milioni a 714 milioni.
Fasce di redditi. L’83,5%dei contribuenti ha un imponibile che si posiziona tra lo 0 e i 55 mila euro l’anno (13,37% fino a 15 mila euro, 37,48% da 15 mila a 26 mila euro e il 32,64% dai 26 mila ai 55 mila euro). Il restante 16,5% dei contribuenti ha un reddito superiore ai 55 mila euro «Questo sta a significare che in provincia la ricchezza è in mano sempre più a poche persone», conclude la disamina di Bressan.
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