Il Val Fontana straripa di nuovo ancora paura a Mas di Sedico

I paesani sono esasperati per una soluzione definitiva che tarda ad arrivare «Tutte le volte che piove forte dobbiamo togliere le macchine dai garage»



Mas a bagnomaria. La pioggia di martedì sera ha fatto di nuovo straripare il rio Val Fontana. Verso le 22.30 il ruscello apparentemente tranquillo, che passa sotto la regionale 203 Agordina prima di buttarsi nel Cordevole, è esondato, allarmando i residenti e richiedendo l’intervento dei vigili del fuoco del Comando di Belluno. Una delle tante chiamate di emergenza, in una serata vissuta con preoccupazione, in tutta la provincia. Allagata la zona tra le vie Dolomiti e Monte Pelf (compreso il campo sportivo Giovanni XXIII del Fiori Barp), con l’acqua, che è entrata in autorimesse e scantinati, alta anche una quindicina di centimetri.

Niente in confronto all’ondata che il 30 giugno di tre anni fa aveva provocato danni molto pesanti anche a diverse autovetture, ma i residenti della zona stanno cominciando ad averne abbastanza, perché se ne parla molto, ma in concreto si combina poco.

Un incontro con il sindaco Stefano Deon è in agenda anche per oggi: impossibile che sia quello risolutivo. Meglio non farsi troppe illusioni. La rabbia si è scatenata prima sui profili Facebook e poi nei locali pubblici. Se n’è parlato al bar, ma anche alla macelleria Gaz: «C’è un punto in cui il muro di contenimento è più basso», spiega Loris Gaz, «e il rio finisce spesso per uscire dagli argini. Quello che è accaduto l’altra sera non è paragonabile all’evento del 2016, ma è stato comunque un forte disagio. Sono anni, che l’amministrazione comunale parla della realizzazione di una vasca di contenimento, ma non l’abbiamo ancora vista. Quello che sappiamo è che, in occasione di ogni temporale un po’ più forte del previsto, siamo costretti a tirare fuori le macchine dai garage e sperare che non succeda niente di grave. L’altra sera c’è stato bisogno dei vigili del fuoco. Credo che, tra le priorità del sindaco Deon debba esserci anche questa, tanto più che mi risulta l’esistenza di un progetto in proposito».

Ieri mattina la situazione era tornata quasi alla normalità, ma nei cortili c’era ancora qualche anziano attrezzato con la scopa, intento a spazzare via l’acqua rimasta. Non manca un confronto, anche frequente, tra i paesani e il primo cittadino, ma ancora niente di definitivo: «So già quello che ci dirà tra qualche ora», anticipa Roberto Bona, uno dei danneggiati di tre anni fa, «che la competenza non è soltanto del Comune, ma anche di altri enti, che naturalmente bisogna interpellare. Qualcosa è stato realizzato e qualche intervento l’abbiamo fatto anche noi privati cittadini, ma siamo ancora lontani da una soluzione definitiva, costretti a preoccuparci e a fare della prevenzione tutte le volte che si mette a piovere con una certa intensità. Non possiamo più convivere con la paura che possa succedere qualcosa di grave». —



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