Il vecchio fienile è stato trasformato in negozi e alloggi

In sette a processo per abuso edilizio nel centro del paese Tutti si sono opposti a un decreto penale con una multa

CIBIANA. Il vecchio fienile è tutta un’altra cosa. Demolito e rifatto, non è nemmeno lontano parente di quello che era e, secondo la Procura della Repubblica, è stato commesso un abuso edilizio. Gli imputati sono sette: Michele Alberghini, Silvia Boni, Claudio Balboni, Pietro Simoni, Maria Taddia, Klaus Schillkowski e Fabrizio Toscani. La magistratura ne è talmente convinta da aver chiesto e ottenuto l’emissione di un decreto penale di condanna.

Ma piuttosto che pagare 11 mila 300 euro a testa, gli imputati hanno preferito impugnarlo e andare a processo. Nell’udienza di ieri, davanti al giudice Berletti e al pubblico ministero Pesco, è sfilato soprattutto il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Cibiana di Cadore. Un funzionario che ha firmato alcune carte e non poteva certo rischiare di mettersi nei guai. La sua è stata una deposizione che si sarebbe anche potuta evitare. È stato il difensore di parte civile Ghezze a insistere, affinché dicesse la sua. Il 20 maggio sarà tutto finito con la discussione e la sentenza di primo grado.

Negozi al piano terra e appartamenti a quelli superiori, dove prima c’era un tipico tabià. L’accusa è di aver realizzato degli interventi nel centro storico e con vincolo sismico, interventi edilizi su un fienile senza tutte le autorizzazioni. Sarebbero stati ammessi il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione parziale, ma la procura sostiene che si sia andati oltre. Il vecchio stabile sarebbe stato demolito e non crollato sotto il peso della neve di un inverno dalle abbondanti precipitazioni. E sarebbe sorta una nuova costruzione, non conforme a quella che anche i vicini immaginavano. C’era tanto di dimensioni diverse, finestre, lucernari e comignoli. La nuova sagoma sarebbe più bassa di una quindicina di centimetri, rispetto all’originale. Queste modifiche sono state accertate dai tecnici del Comune e sulla base della relazione c’è stata l’ordinanza di sospensione dei lavori. L’altra contestazione riguarda la mancanza di documenti, che invece sarebbero necessari per procedere a lavori di questo tipo. —

Gigi Sosso

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